4 novembre 1918-2018: cento anni dalla fine dell’inutile strage della Prima guerra mondiale
Il prossimo 4 novembre 2018 si assisterà purtroppo e ancora una volta ai festeggiamenti, mai termine fu più improprio, in ricordo dei cento anni dalla fine della Prima guerra mondiale.
Festeggiamenti sempre esaltati dalla retorica militarista e che furono punto di forza della mistificatoria propaganda del regime fascista il quale, mentre sopprimeva ogni libertà in Italia – e con le leggi razziali avviava alla deportazione i cittadini ebrei italiani – faceva della guerra di aggressione a nazioni e popoli il punto centrale della sua politica, con le conseguenze che tutti dicono di conoscere ma che spesso sono volutamente dimenticate.
La Prima guerra mondiale fu una guerra ingiusta, come tutte le guerre: un’inutile strage di esseri umani. Le vittime italiane furono più di 600 mila, oltre un milione i feriti e tra questi più di 600 mila I mutilati. I morti totali in tutti i Paesi coinvolti nel conflitto furono quasi 10 milioni.
Tutto questo si sarebbe potuto evitare attraverso soluzioni diplomatiche, senza alcuno spargimento di sangue, come ormai acquisito e documentato storicamente.
Oggi l’Italia continua a essere un Paese in guerra e sembra non aver imparato nulla dalle distruttive lezioni della Prima e della Seconda guerra mondiale, nonostante l’articolo 11 della nostra Costituzione, nata dalla lotta di Liberazione dal nazifascismo, affermi che “L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle
controversie internazionali”.
Infatti circa 70 milioni di euro vengono sottratti ogni giorno a settori strategici per il benessere delle persone ovvero: sanità, scuola, lavoro, casa, messa in sicurezza dei territori, e politiche di accoglienza ed integrazione nei confronti degli stranieri.
Oggi sono invece gli emigranti le vittime di un’altra inutile guerra, di un’altra strage planetaria.
Non riconoscere pari dignità e diritti a tutti gli esseri umani è la radice velenosa di ogni guerra e questa radice va estirpata ancora una volta come fu fatto durante la Resistenza.
Il Comitato Provinciale e tutte le sezioni viterbesi dell’A.N.P.I. (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) chiedono pertanto alle Istituzioni, agli insegnanti, agli studenti, agli organi d’informazione, alle autorità religiose e a tutti i cittadini che la celebrazione del 4 Novembre possa diventare giornata di studio e di Memoria, giornata di ripudio di tutte le guerre, in ricordo di tutte le vittime e a fianco di tutti coloro che sono coinvolti in conflitti e/o soffrono condizioni di discriminazioni.
Comitato Provinciale A.N.P.I. (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) di Viterbo
Viterbo, 2 novembre 2018