Oggi, con grande emozione, ancora una volta voglio ricordare con voi un momento drammatico della storia del nostro Paese, della nostra Città, della mia vita. L’8 settembre di ottant’anni fa avevo meno di tredici anni – sono nata il 14 dicembre del 1930 – ma all’epoca, sotto le bombe che avevano colpito Roma, il 19 luglio 1943 durante il regime fascista più crudele e vigliacco, non c’era tempo per essere bambine, si cresceva in fretta soprattutto se si era cresciute in una famiglia antifascista, cosa che con orgoglio rivendico
Il 25 luglio 1943 finalmente cade il regime fascista, la guerra però non era finita . Badoglio annuncia l’entrata in vigore dell’armistizio: il Re e i capi militari fuggirono da Roma. Gli alleati tedeschi divennero l’esercito di occupazione e la Wehrmacht passò subito all’azione contro i soldati italiani, abbandonati dai comandanti lasciati allo sbando, senza ordini. Furono internati in Germania 650.000 militari. Dopo l’8 settembre le donne di tutta Italia si sono mobilitate per salvare i soldati dai rastrellamenti tedeschi, li lasciavano entrare in casa per farli mangiare e per cambiare la loro divisa con abiti borghesi
Tanti romani corsero a Porta San Paolo nel disperato tentativo di fermare i Nazisti c’erano i carabinieri, i granatieri di Sardegna i militari che qui combatterono. Moltissime erano le donne delle borgate , tra queste c’erano mia mamma con Carla Capponi Maria Teresa Regard e mia sorella Adriana e Marisa Musu che portò le armi, le munizioni abbandonate dall’esercito in fuga, raccolsero una ventina di bombe da mortaio, pedalarono fino a Porta San Paolo.
A me diedero il compito di andare casa per casa a recuperare disinfettanti, garze, medicinali e lo zucchero da dare come ultimo sollievo ai moribondi.
Sul sagrato della basilica di San Paolo, accanto al sottopassaggio della ferrovia era stato installato un pronto soccorso militare: i feriti arrivavano a decine. I corpi dei soldati morti allineati sul selciato, non li dimenticherò mai più.
Quelle tre giornate di guerra sono la dimostrazione che la Resistenza a Roma e in Italia è nata dai valori di libertà, dal coraggio e dalla determinazione, Volevamo e dobbiamo resistere.
Tutti gli antifascisti devono simbolicamente portare con orgoglio la Medaglia d’Oro al valore militare riconosciuta a Roma per la battaglia a Porta San Paolo perchè dobbiamo essere fieri di lottare sempre ed unire le nostre forze per la libertà e la pace.