Milano, 12 dicembre 2019
Intervento di Carla Nespolo, Presidente nazionale ANPI
Siamo qui, questa sera, per ricordare, con lo stesso strazio di allora, quel terribile giorno della strage. Quell’ora. Quel dolore.
La presenza del Presidente della Repubblica (che anche l’ANPI desidera salutare con gratitudine e affetto) ha reso ancora più significativa e importante questa giornata.
Faccio parte di quella generazione che c’era.
Che lesse le notizie dei giornali e le ascoltò in televisione.
Ricordo, come fosse oggi, lo sgomento, l’orrore e l’indignazione. Conoscemmo una per una le biografie delle vittime e ogni volta che vi ripensavamo aumentava il dolore e la sfiducia.
Iniziava la stagione della strategia della tensione.
Oggi lo sappiamo: nei fatti fu il terribile tentativo dell’eversione fascista e dei servizi deviati di scaricare sulla giovane democrazia italiana, non solo la colpa della strage, ma la responsabilità del proprio fallimento.
Per questo ci si aprì il cuore quando le fabbriche si fermarono. E i tre sindacati uniti indissero lo sciopero generale. Le tute blu marciarono in prima fila per tutta Milano.
Ancora una volta toccò al popolo e in primis alla classe operaia, essere baluardo di pace e civiltà.
Toccò ai famigliari delle vittime (straziati dal dolore) prendere il fuoco dell’indignazione e anche della lotta contro l’eversione nera.
C’ero quando ci giunse la notizia della morte di Pino Pinelli (suicidio, ci disse la Tv).
Noi non ci credemmo e continuammo a gridare forte il nostro dolore e il nostro rifiuto della violenza.
Tanti di noi, c’erano. E saluto con affetto la moglie e le figlie di Pinelli. E per tutti saluto il prof. Carlo Smuraglia, Presidente emerito dell’ANPI, che fu il difensore della famiglia.
La nostra memoria corre anche agli anni successivi: alla strage di Brescia e dell’Italicus e di Bologna.
Sempre la giovane, confusa democrazia italiana, seppe resistere e alla fine vinse.
Avevamo imparato dalla Resistenza ad essere uniti, a far sì che le nostre differenze fossero una risorsa e non un ostacolo a lottare uniti contro il fascismo e l’eversione dei servizi.
Oggi mi chiedo: chi non ha vissuto quegli anni come può comprendere il crogiuolo di cambiamento di cui furono portatori?
In sostanza dobbiamo chiederci: i giovani, i giovani di oggi, cosa sanno di quegli anni? Poco o nulla. La scuola spesso non ne parla. La famiglia neppure. Anche in questo caso, come per la Lotta di Liberazione è importante impegnarsi per la trasmissione della memoria. Non solo per il doveroso ricordo di chi non c’è più ma per capire che il mostro del fascismo e della eversione è sempre dietro l’angolo e bisogna combatterlo, ogni giorno.
Si avvicina il Natale regaliamolo ai nostri giovani un libro: un buon libro che racconti con serietà la storia di Piazza Fontana. Abbiamo bisogno di conoscere per capire e perché non accada mai più.
La bellissima frase della Senatrice Liliana Segre che chiede ai giovani che in queste settimane hanno riempito con la loro voglia di futuro le piazze italiane diventi il nostro slogan: «Siate, ragazzi, “le sentinelle della memoria”».
Mi fa piacere in questa giornata evidenziare una buona e importante notizia:
finalmente si farà a Milano, dove la Resistenza è nata, un vero e importante Museo Nazionale della Resistenza. L’annuncio dato dal Ministro Franceschini, l’impegno del Comune di Milano e del Sindaco Sala sono la risposta migliore a chi vorrebbe che tornassimo indietro, che perdessimo memoria, che sottovalutassimo la Costituzione. Non sarà così.
Siamo impegnati come ANPI anche a raccogliere le testimonianze dei partigiani ancora viventi e per partigiani intendiamo anche i protagonisti della lotta contro il terrorismo. In prima fila chi non c’è più: l’innocente Pino Pinelli; l’innocente Pietro Valpreda; l’innocente popolo italiano che ha saputo agire e reagire. Quel popolo a cui spetta, come dice la nostra Costituzione, il potere sovrano.
E dunque ancora una volta in questa memorabile giornata è la Costituzione la nostra guida e il nostro faro contro il terrorismo per la pace, per la giustizia sociale.
Infine, invio da questa piazza un affettuoso saluto alla nuova Presidente della Corte Costituzionale, Marta Cartabia, la cui elezione è anche simbolo di quanto cammino hanno fatto le donne nel nostro Paese.