Archivio per Aprile 2019
25 aprile 2019 – Nepi
19 Aprile 2019“Salvini non usi la lotta alla mafia per non onorare, con il dovuto rispetto, il 25 aprile”
18 Aprile 20199 Aprile 2019
Dichiarazione della Presidente nazionale ANPI, Carla Nespolo
Il Ministro dell’Interno ha dichiarato che sarà in Sicilia il 25 aprile per uscire “dal dibattito fascisti-comunisti” e parlare di liberazione dalla mafia. È istituzionalmente doveroso che Salvini esca dalla sua brutale propaganda contro una festa nazionale che ricorda tante donne e uomini sacrificatisi per ridare all’Italia la libertà sottratta dalla violenza e dai crimini del fascismo e del nazismo. La liberazione dalla mafia è una battaglia quotidiana – come ci testimonia continuamente Don Luigi Ciotti – condotta con passione e impegno da magistrati, forze dell’ordine, giornalisti e sacerdoti, non uno strumento retorico da usare per non onorare con il dovuto rispetto l’antifascismo e la lotta partigiana.
Carla Nespolo – Presidente nazionale ANPI
“Difendiamo la Costituzione prima che sia troppo tardi”
10 Aprile 20198 Aprile 2019
Ordine del giorno del Comitato nazionale ANPI su: autonomie regionali, neofascismi e progetti di riforma costituzionale
Il Comitato Nazionale dell’ANPI
esprime seria preoccupazione per le iniziative e i comportamenti di questo Governo nei confronti della Costituzione italiana, che ha compiuto i 70 anni di vita mostrando con chiarezza che il suo vivissimo ed attuale pregio è quello di formulare principi ed esaltare valori strettamente collegati alla concezione della democrazia che emerge da tutto il contesto, oltre che dall’art. 1, giustamente definito come “la carta d’identità della Repubblica”. Tuttavia, per responsabilità non della Costituzione ma dei governi che si sono succeduti dal 1948 ad oggi non è stata data piena attuazione agli impegni categorici, alle garanzie ed alle disposizioni specificamente dirette ad attribuire una reale efficacia ai diritti ed ai principi in essa enunciati.
Sul tema dell’attuazione, questo Governo non ha speso una parola; né si trova alcunché nel cosiddetto “contratto di governo”, come se il problema – che interessa la vita e la sorte di milioni di cittadini e cittadine – non lo riguardasse.
In luogo di questa necessaria assunzione di responsabilità, questa maggioranza e lo stesso Governo non hanno perso occasione per dimostrare scarsissimo rispetto nei confronti della Costituzione. Gli esempi si moltiplicano: dopo i furiosi attacchi al Presidente della Repubblica, che si stava avvalendo di uno dei poteri conferitigli dalla Costituzione, si è abusato, in questi mesi, di istituti che dovrebbero essere eccezionali e straordinari, come i decreti legge ed i voti di fiducia; e si è mostrata noncuranza del sistema Costituzionale, al punto che le maggiori decisioni non sono state adottate dal Governo, collegialmente, ma sono scaturite da riunioni squisitamente politiche ed “esterne” di ministri e/o esponenti di partito, in apposite riunioni pressoché settimanali.
Ma, peggio ancora, l’atteggiamento verso la Costituzione si è espresso anche con una serie di proposte ed iniziative capaci di incidere negativamente sul sistema della Carta.
Basti pensare al progetto di riduzione del numero di parlamentari, giustificato solo da ragioni economiche; a quello di modificare l’art. 67, secondo il quale i Parlamentari rappresentano la Nazione senza vincolo di mandato, introducendo – invece – tale vincolo, che eliminerebbe la libertà di chi è chiamato ad esprimere la volontà del popolo sovrano; al progetto di introdurre nel nostro sistema il referendum propositivo, per di più in termini tali da creare gravi problemi per i rapporti tra la volontà espressa dai cittadini (con un quorum oltremodo basso) e quella del Parlamento; e tutto, praticamente, senza reali limiti di materia.
Ma se tutto questo è grave, di per sé, ancor maggiore preoccupazione deriva da altri due aspetti della “progettualità” costituzionale della maggioranza di governo: la profonda modifica del sistema delle autonomie e l’atteggiamento complessivo nei confronti delle rinascenti e sempre più agguerrite manifestazioni di fascismo e razzismo. Sul primo punto (autonomie) va rilevato come l’operazione che si vuol compiere di attribuire una “quasi autonomia” ad alcune Regioni del Nord, è gravissima dal punto di vista politico e sociale, essendo idonea non solo a rompere o, quanto meno, a frammentare il sistema di cui all’art. 5 della Costituzione, ma anche a creare profonde e ingiustificate, socialmente, distinzioni tra regioni ricche e regioni povere, aumentando le disuguaglianze attuali anziché cercare di eliminarle nel contesto di una vera unità nazionale.
Il secondo, e non meno grave problema, consiste nella completa dimenticanza del fatto che questa Costituzione è intrinsecamente e profondamente antifascista e che la stessa XII disposizione finale va intesa alla luce della storia e delle reale volontà dei Costituenti. Per di più, trascurando il fatto che ci sono leggi – sia pure non perfette – che puniscono non solo le manifestazioni di fascismo ma anche quelle di razzismo (fascista e non, ammesso che vi sia una reale differenza), si è mostrata, più che una semplice (e ingiustificabile) tolleranza, una sorta di connivenza, dal momento che in più di una occasione il Ministro degli interni ed altri organi dello Stato hanno dichiaratamente ritenuto lecite manifestazione che, invece, avrebbero dovuto essere vietate. Se anche altri governi hanno dimostrato debolezza in questo senso, questa maggioranza e questo Governo hanno omesso ed omettono di reagire perfino alle manifestazioni più clamorose di razzismo e di fascismo, a sfregio di tutto lo “spirito” della Costituzione e perfino di alcune disposizioni specifiche di legge, di cui avrebbero dovuto garantire l’osservanza.
Infine, preoccupa la tendenza, sempre più manifesta, a contrapporre al disegno chiarissimo di una democrazia rappresentativa (art. 1 della Costituzione), un progetto di “democrazia diretta” che nulla ha a che fare col sistema costituzionale (che prevede già alcune forme di democrazia diretta, sicuramente perfettibile ). Un progetto che, nei comportamenti concreti di alcune componenti del Governo, ha mostrato clamorosamente la corda oltreché la totale inconsistenza.
Tutto questo preoccupa fortemente l’ANPI, non solo per i fatti in sé, come descritti sommariamente (e ben altri si potrebbero aggiungere!), ma perché si tratta di fatti e vicende che incidono direttamente sulla democrazia, che è un bene inestimabile che tutti siamo tenuti a difendere e a sviluppare. I Costituenti vollero un sistema democratico destinato a durare nel tempo, anche come difesa da ogni possibile attacco e dalle azioni o interventi di fattori esterni. In una fase di perdurante crisi, di carenza di sviluppo e di occupazione, c’è bisogno – più che mai – di una democrazia solida e di una Costituzione che ci garantisca contro ogni possibile rischio.
L’ANPI è impegnata a difendere questa democrazia e questa Costituzione, con tutti i mezzi e gli strumenti necessari, convinta come è che le esperienze storiche del passato ci insegnano che non bisogna aspettare il peggio, sottovalutando ciò che accade, ma occorre impegnarsi e mobilitarsi per contrapporre più democrazia e più Costituzione ad ogni tentativo, inaccettabile, di stravolgerle.
L’ANPI promuove, da questo momento, una grande campagna di conoscenza, di informazione e di mobilitazione, per coinvolgere quei cittadini e cittadine (e sono tanti) che credono nei valori della Costituzione, della democrazia e della solidarietà, prima che sia troppo tardi, cercando di non agire da sola, ma con l’intesa e l’appoggio di tutte le organizzazioni che condividono i valori della Costituzione e la necessità di realizzarne in concreto la portata, per garantire più diritti, più socialità, più uguaglianza a tutti i cittadini e le cittadine ed a tutti coloro che si trovano legittimamente nel nostro Paese. Occorre puntare con decisione verso un futuro migliore, realizzando le aspirazioni e la volontà di quanti hanno contribuito prima alla liberazione del Paese e poi alla nascita di una Costituzione destinata a garantire e tutelare, in ogni momento, la nostra democrazia, sociale e antifascista.
Il Comitato Nazionale ANPI
“Irresponsabile e faziosa la mozione del Consiglio regionale del Friuli-Venezia Giulia. Basta con l’uso politico della storia!”
7 Aprile 20191 Aprile 2019
Comunicato della Segreteria nazionale ANPI sulla mozione del Consiglio regionale del Friuli-Venezia Giulia di accusa all’ANPI e all’Istituto regionale per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea di riduzionismo o addirittura negazionismo sul dramma delle foibe
La mozione del Consiglio regionale del Friuli-Venezia Giulia di accusa all’ANPI e all’Istituto regionale per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea del Friuli-Venezia Giulia di riduzionismo o addirittura negazionismo sul dramma delle foibe e dell’esodo, rappresenta una inaccettabile censura perché nega libertà e legittimità alla ricerca storica in base ad un pregiudizio di ordine politico e ideologico. È gravemente faziosa perché assume l’opinione degli estensori come inconfutabile verità, mentre in particolare in questa regione occorrerebbe bandire qualsiasi uso politico della storia e approfondire la conoscenza e il confronto su basi scientifiche. È un atto di irresponsabilità, perché, strumentalizzando il terribile dramma delle foibe, fomenta un clima di odio e di rivincita e riapre tensioni del passato con i Paesi confinanti, in particolare Slovenia e Croazia. Distorce e falsifica la legge che punisce “l’incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi”. Si permette di delegittimare l’ANPI e l’Istituto regionale per la storia della Resistenza, rivelando così un intollerabile spirito di vendetta non solo verso questi istituti al servizio della Repubblica, ma specialmente verso la Resistenza. L’ANPI non si farà certo intimidire da questi grotteschi tentativi di sanzionare chi da settant’anni custodisce la memoria della Resistenza e difende la Costituzione; nello stesso tempo l’ANPI denuncia il disegno oscurantista e autoritario che sta prendendo piede nel nostro Paese e di cui questa mozione è una prova gravissima e lampante.
LA SEGRETERIA NAZIONALE ANPI
“Il Congresso delle famiglie fa violenza ai diritti civili. Vergognosa la partecipazione dei ministri leghisti”
1 Aprile 201922 Marzo 2019
Comunicato della Segreteria nazionale ANPI sul XIII Congresso Mondiale delle Famiglie che si terrà a Verona dal 29 al 31 marzo. La partecipazione dell’ANPI al corteo di “Non una di meno”
A Verona dal 29 al 31 marzo 2019 si terrà il XIII Congresso Mondiale delle Famiglie che riunisce «il movimento globale» pro-life.
Parteciperanno, tra gli altri, il Ministro della famiglia Lorenzo Fontana, il Ministro dell’interno Matteo Salvini e il Ministro dell’istruzione Marco Bussetti.
È squalificante, vergognoso ed offensivo che questa iniziativa retrograda, intollerante e oscurantista venga sostenuta da persone che ricoprono cariche istituzionali così importanti.
Siamo in presenza di un folto gruppo di “relatori” che intende riproporre un’idea di società arcaica, sottosviluppata, che fa violenza ai diritti civili, che criminalizza l’aborto, il divorzio, l’omosessualità, che pensa di poter frenare ogni forma di modello civile, democratico e laico conquistato con grandi sofferenze. Non sono accettabili le posizioni di chi vuole imporre un credo anacronistico e autoritario, di chi non riesce a guardare il mondo per quello che è, con la sua ricchezza data dalle diversità e dalla possibilità di essere felici.
Le libertà personali e collettive, l’uguaglianza, la non discriminazione, ottenuti con anni di dure lotte sociali e politiche sono princìpi fondamentali garantiti dalla nostra Costituzione dai quali non si può arretrare di un solo passo.
LA SEGRETERIA NAZIONALE ANPI
Delegazioni dell’ANPI parteciperanno al corteo promosso da “Non una di meno”. Concentramento alle ore 14:30 in Piazza XXV aprile, stazione Verona Porta nuova