Nepi

Associazione nazionale partigiani d’Italia

Sezione “Emilio Sugoni”

13.4.2024

È deceduto, martedì 9 aprile 2024, dopo breve e inattesa malattia, il dottor Diego Polani, iscritto e componente del direttivo della sezione Anpi “Emilio  Sugoni” di Nepi.

La notizia della morte di Diego Polani ha lasciato di sorpresa e sgomenti tutti quelli che hanno avuto la fortuna di conoscerlo.

Abbiamo perso un amico sincero e prezioso, un compagno con il quale abbiamo condiviso tante iniziative e momenti di impegno sociale e civile per l’affermazione dei valori dell’antifascismo e della costituzione.

Diego era una persona buona, gentile, sempre impegnata, anche professionalmente a ridurre, a contrastare dolore e infelicità tra gli esseri umani e pronta a battersi per la giustizia e la democrazia in ogni circostanza e in ogni dove.

Ci mancherà moltissimo e lo ricorderemo sempre con affetto, amicizia e stima.

Lo ricorderemo anche durante le celebrazioni del prossimo 25 aprile portandolo ad esempio di figura di umana e professionale a tutti i cittadini e ai più giovani.

Alla famiglia di Diego Polani tutta la nostra vicinanza e affetto in questo momento così doloroso e difficile.

Sezione Anpi di Nepi “ Emilio Sugoni”

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28.4.2023 

 

 

 

 

 

 

Incontro della staffetta Luciana Romoli con gli studenti del liceo Midossi di Nepi

 

Nella foto:

Daniele Colonna, Antonella Litta, Giocondo Gregori, Enrico Mezzetti

Luciana Romoli, staffetta partigiana della Resistenza romana ha incontrato gli studenti e le studentesse del liceo Ulderico Midossi di Nepi, nell’ambito delle celebrazioni per il 25 aprile

 Festa della Liberazione dal nazi-fascismo

 

 

Su proposta della sezione Anpi “Emilio Sugoni”, e di concerto con i docenti e gli studenti del

dell’Istituto di Istruzione Superiore Ulderico Midossi di Nepi, si è tenuto nell’Auditorium diocesano  Mons. Doebbing, venerdì 28 aprile 2023, l’incontro con Luciana Romoli, storica staffetta partigiana della Resistenza romana.

Luciana Romoli, classe 1930 (https://www.patriaindipendente.it/terza-pagina/librarsi/lantifascismo-le-rime-di-rodari-e-berlinguer-ed-e-luce/)

insieme alla sorella Adriana, fu espulsa da tutte le scuole del Regno, perché si oppose, al maltrattamento e all’allontanamento di una compagna di classe perché ebrea, come previsto dalle leggi razziali del 1938, emanate dal governo fascista.

Questa bambina, Deborah Zarfati, fu catturata il 16 ottobre 1943, insieme a tutta la sua famiglia durante il rastrellamento degli ebrei nel ghetto di Roma ad opera dei nazisti e dei fascisti.

Lei e la sua famiglia, trovarono poi la morte nel campo di sterminio di Auschwitz nelle camere a gas.

Con questo racconto è iniziato l’incontro con gli studenti e le studentesse che poi ha riportato alla memoria tanti episodi della Resistenza romana, in cui Luciana, nome in codice Luce, prese parte giovanissima insieme alla sorella Adriana e a tutta la sua famiglia antifascista che per questo patì pesanti vessazioni e il carcere. Gli studenti hanno partecipato con grande attenzione e a tratti commozione ai tanti passaggi del racconto della partigiana Luce che a termine della Seconda guerra mondiale mantenne il suo impegno civile e morale di testimonianza in ambito sindacale e politico contro soprusi e discriminazioni e in favore di un trattamento paritario, più equo e giusto in particolare per le lavoratrici.

La bella narrazione della sua vita e del suo impegno civile è stato impreziosito da tanti aneddoti che hanno mantenuto viva e costante l’attenzione di tutti i convenuti.

Luciana ha poi raccontato anche del rapporto di lavoro e di amicizia con lo scrittore Gianni Rodari che a lei ha dedicato la filastrocca “ L’accento sulla a”; filastrocca nata proprio da un episodio raccontato all’interno del preziosissimo libriccino “ Luce storia di una partigiana

https://www.peoplepub.it/pagina-prodotto/luce) che descrive gli episodi, molti di grande pericolo e coraggio di cui fu protagonista e testimone.  

A conclusione dell’incontro Luciana ha esortato i giovani a farsi anch’essi testimoni e custodi della Costituzione italiana, frutto buono, sano e bello della lotta al nazi-fascismo affinché essa non sia cambiata ma anzi sia sempre più attuata mettendo in guardia dai pericoli riposti nella riforma

dell’autonomia differenziata per le Regioni e nella proposta di riforma per l’elezione del Capo dello Stato ovvero il presidenzialismo. Ha poi letto l’articolo 11 della Costituzione e sottolineato come sia importante e urgente l’impegno per la pace per garantire un futuro giusto e dignitoso per i giovani e le future generazioni e l’intero pianeta.

Si è detta disponibile a nuovi incontri, e data la età, presso la sua casa romana, sempre aperta ai giovani. Invito subito raccolto con grande entusiasmo.

Sempre nel corso della mattinata, nella parte che ha preceduto l’intervento di Luciana Romoli, c’è stato il saluto di Franco Vita, sindaco di Nepi, l’intervento di Enrico Mezzetti presidente del Comitato provinciale Anpi di Viterbo, di Giocondo Gregori presidente della sezione Anpi “Emilio Sugoni”, della dottoressa Antonella Litta e del giovane Daniele Colonna presidente della sezione Anpi Studenti di Viterbo. In questa parte dopo gli interventi dei rappresentanti dell’Anpi i giovani hanno interagito con domande e riflessioni che hanno toccato i temi del diritto allo studio, il diritto al lavoro, della democrazia, della rappresentanza politica, della parità di genere, del diritto alla salute, della salvaguardia dell’ambiente, della pace e  del perché oggi è sempre più necessario impegnarsi per una politica intesa come servizio e che abbia come fine unico il bene e la dignità di tutti gli esseri umani. A questa proficua interazione è seguita l’emozionante lettura, da parte di studenti e docenti di alcune di brani dalla raccolta Lettere dei condannati a morte della Resistenza italiana.

La sezione Anpi, nell’esprimere soddisfazione per l’ottima riuscita di questo incontro, rivolge anche un sentito ringraziamento alla professoressa Letizia Pompa, coordinatrice di Istituto, a tutto il personale docente e tecnico, anche della Curia Diocesana, che si sono impegnati per la realizzazione di questa iniziativa

Un sentito, speciale e cordiale ringraziamento va ancora una volta a Luciana Romoli da sempre testimone instancabile dei valori della Resistenza, dell’Antifascismo e della Costituzione e ai giovani studenti e studentesse che con attenzione costante e commozione hanno reso l’incontro davvero bello e proficuo per tutti.

Comunicato stampa a cura della sezione Anpi Emilio Sugoni

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26.4.2023

Celebrato a Nepi il  78° anniversario della Liberazione dell’Italia dall’occupazione nazi-fascista

 Si è svolta a Nepi la celebrazione del 78° anniversario della Liberazione dell’Italia dall’occupazione nazi-fascista.

La celebrazione ha voluto ricordare gli uomini, le donne, i ragazzi e le ragazze che presero parte alla lotta partigiana di Liberazione dal nazi-fascismo e sacrificarono la loro vita, spesso fino alla morte, perché l’Italia fosse un Paese libero, antifascista e autenticamente democratico, impegnato contro ogni forma di fascismo e discriminazione, contro ogni guerra e per la Pace.

Il corteo cittadino aperto dalla banda musicale e dal gonfalone della città con in testa il Sindaco Franco Vita, il presidente della sezione Anpi Giocondo Gregori, le autorità civili e militari e i rappresentanti delle associazioni cittadine ha attraversato, con una attenta e numerosa partecipazione, le vie cittadine.

Presso il monumento ai Caduti, è stata quindi deposta una corona di alloro in ricordo e in omaggio a coloro che scelsero di non essere indifferenti e di opporsi alle barbarie nazifascista preparando così un futuro dignitoso, democratico e di riscatto per tutti gli italiani.

Il solenne momento è stato accompagnato dall’inno nazionale e da brani patriottici eseguiti pregevolmente dalla Banda Musicale “E. Gai” di Nepi.

Il corteo tornato sulla piazza del Comune, a conclusione della manifestazione, ha potuto ascoltare la magistrale ed apprezzata esecuzione del brano Bella Ciao, canto identificativo della Resistenza italiana ed europea e oggi assurto anche a livello mondiale a canto rappresentativo di ogni lotta per la libertà e la dignità umana.

La sezione Anpi di Nepi nel ringraziare quanti hanno partecipato e si sono impegnati per la riuscita di questa giornata di memoria, torna a ribadire l’urgenza di un più forte e concreto impegno per la Pace perché impegnarsi contro la guerra e contro ogni guerra è impegnarsi anche  contro il fascismo e nel rispetto dell’articolo 11 della nostra Carta Costituzionale che afferma : “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.

Nota per la stampa a cura del Direttivo della sezione Anpi “Emilio Sugoni”

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24.4.2023

Associazione nazionale partigiani d’Italia

Sezione “Emilio Sugoni” Nepi

25 aprile 1945

Celebrazione della Giornata

della Liberazione dal nazi-fascismo. 

In piazza per la Pace

 

Nel  ricordo degli uomini, delle donne, dei ragazzi  e delle ragazze che presero parte alla lotta partigiana di Liberazione dal nazi-fascismo e sacrificarono la loro vita perché l’Italia fosse un Paese libero, antifascista e autenticamente democratico, impegnato contro ogni forma di fascismo e discriminazione, contro ogni guerra e per la Pace.

 

Programma di martedì 25 aprile 2023 a Nepi

 

Ore 10 partenza da Piazza del Comune del corteo, aperto dal Gonfalone della Città.  

Al monumento ai Caduti sarà poi deposta una corona di alloro e seguiranno gli interventi del Sindaco Franco Vita e di Giocondo Gregori presidente della sezione A.N.P.I. di Nepi “Emilio Sugoni”.

A ritorno del corteo, in piazza del Comune, per tutti i cittadini il contributo artistico della banda  musicale comunale “E. Gai”.

 

Una riflessione: impegnarsi per la pace è impegnarsi contro il fascismo

 

Anche quest’anno la celebrazione del 25 aprile deve essere segnata da un rinnovato e più forte impegno per la Pace. Oltre 50 sono i conflitti attualmente in corso nel mondo con le loro tragiche conseguenze in termini di morti, distruzione di città e infrastrutture, inquinamento dell’ambiente, fuga di centinaia di migliaia di persone dai luoghi della violenza, peggioramento della crisi climatiche e delle condizioni di vita di milioni di persone. Viviamo in un mondo globalizzato e interdipendente e la guerra coinvolge in diversi modi la vita di tutti i popoli e di ciascuno di noi..

Le guerre vengono scatenate sempre  da politiche di sopraffazione e sfruttamento di persone e risorse (petrolio, gas, carbone, uranio, elementi preziosi e rari, aree fertili, acqua) e/o per il controllo geopolitico di aree del mondo ritenute strategiche a fini commerciali e/o di sicurezza nazionale.

Dal febbraio2022 la guerra è di nuovo in Europa e  la minaccia nucleare si  va concretizzando e potrebbe portare alla distruzione dell’intera umanità. E’ sempre più evidente il fallimento della politica armi e dello scontro armato, dopo più di un anno di guerra, e va dunque ricercata subito, con ragionevolezza e senza più scuse ipocrite, una mediazione  e un negoziato di Pace. Questa rimane l’unica perché si ponga fine all’aggressione della Russia e si metta in salvo il popolo ucraino. La Pace deve essere l’unico obiettivo.

Impegnarsi per la pace significa lottare contro anche contro il fascismo perché la partecipazione ad una guerra riduce e porta fino all’annientamento la democrazia e i diritti, soffoca le politiche a sostegno del lavoro, scuola, salute, ambiente, stato sociale. Uccide e tortura  le persone, inquina l’ambiente, compromette per sempre il futuro, immette violenza anche nei modi di pensare e confrontarsi nel quotidiano tra le persone. Spezza le relazioni.

La guerra è il male assoluto dell’umanità.

E’ la pace invece  che, attraverso anche una nuova organizzazione dell’Onu e di nuovi organismi internazionali, con la responsabilità e la partecipazione di tutti e di ciascuno, deve essere globalizzata ovvero diventare quello che è in realtà ovvero la condizione prima e irrinunciabile per la vita e una vita dignitosa attraverso la piena realizzazione dei diritti umani e l’equo accesso ai beni comuni per tutti.

L’impegno concreto e reale per la Pace è ancora l’impegno fondamentale e ce lo ricorda l’articolo 11 della nostra Carta Costituzionale, nata dalla lotta di Resistenza che afferma : “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.

Direttivo sezione A.N.P.I. “Emilio Sugoni”

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28.1.2023

Un incontro con gli studenti  e le studentesse del liceo Ulderico Midossi di Nepi

venerdi 27 gennaio 2023 nel Giorno della Memoria

Venerdì 27 gennaio 2023 presso l’Auditorium  diocesano Doebbing si è svolto un incontro con tutti gli studenti  e le studentesse dell’Istituto di Istruzione Superiore Ulderico Midossi di Nepi.

L’incontro organizzato dalla sezione Anpi “ Emilio Sugoni”  in collaborazione con i docenti dell’Istituto, ha proposto una riflessione sul tema “ 27 gennaio 1945  Giorno della liberazione dei sopravvissuti dal campo di sterminio di  Auschwitz. Conoscere ed attuare la Costituzione perché quanto avvenuto non accada mai più ed   insegni a vivere nella Pace, nella democrazia e nel rispetto di ogni essere umano”.

La professoressa Letizia Pompa, coordinatrice di Istituto ha introdotto l’incontro, il sindaco dottor Franco Vita, insieme all’assessora all’istruzione dottoressa Giulia Perugini, ha portato il saluto istituzionale della Città di Nepi, Giocondo Gregori presidente della  locale sezione Anpi ha ricordato le tante attività dell’Associazione nel mantenere viva e costante la memoria di quanto accaduto in Italia e in Europa nel secolo scorso e l’impegno in  difesa della Costituzione  e per la Pace, la dottoressa Antonella Litta, componente del Direttivo della sezione Anpi di Nepi e del Comitato provinciale Anpi di Viterbo ha illustrato la Legge  che ha istituito  il Giorno della Memoria,  quindi ha fatto seguito l’interessante, approfondita  ed apprezzatissima lezione della professoressa Giovanna Montella, docente del Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università La Sapienza. La professoressa ha incentrato il suo intervento sulla necessità di costruire società sempre più giuste proprio a partire dalla tragica esperienza del più profondo abisso della Storia umana segnato appunto dalla Shoah; società che abbiano come obiettivo, a partire dalla nostra Carta Costituzionale e dalla Dichiarazione universale dei Diritti Umani, democrazia, libertà, solidarietà ripudio di ogni violenza, guerra, discriminazione e sfruttamento.

La professoressa Montella ha fatto precedere la sua lezione dalla proiezione di due brevi video.

Il  primo relativo alla Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Ccittadino ( déclaration des droits de l’homme et du citoyen) avvenuta in Francia nel 1789; un testo giuridico  questo elaborato nel corso della Rivoluzione francese. Il secondo video  ha proposto un  estratto dal processo di Norimberga, tenutosi al termine della Seconda guerra mondiale, in cui ventuno  gerarchi del regime nazista vennero processati  per crimini di guerra e contro l’umanità.

Gli studenti e le studentesse hanno seguito con attenzione e partecipe interesse la lezione e hanno posto domande di approfondimento ai relatori, diversi docenti sono anche intervenuti con riflessioni pertinenti alla necessità di coltivare sempre più la memoria di questi tragici eventi sia dentro che fuori la scuola. Dagli studenti anche la proposta di continuare in incontri di approfondimento delle vicende storiche del novecento italiano ed europeo e quella di organizzare un viaggio di studio e memoria al campo di sterminio di Auschwitz.

Il sindaco Franco Vita si è detto disponibile a dare il sostegno della sua amministrazione a questa proposta.

Nell’incontro anche l’auspicio comune di organizzare nuovi momenti di incontro, testimonianza e studio.

La professoressa Pompa a concluso l’iniziativa ringraziando tutti i partecipanti e anche la Curia di Civita Castellana per aver messo a disposizione l’auditorium.

Un  sentito ringraziamento è stato espresso anche da parte della sezione Anpi a quanti professori, studenti e tecnici hanno permesso l’ottima riuscita dell’iniziativa.

Comunicato stampa a cura della sezione Anpi Emilio Sugoni

Nepi, 28 gennaio 2023

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La legge 211/2000 ha istituito il 27 gennaio – data della liberazione dei sopravvissuti dal campo di sterminio di Auschwitz nel 1945 – Giorno della Memoria

Art. 1.

  1. La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah(sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.

Art. 2.

In occasione del “Giorno della Memoria” di cui all’articolo 1, sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere.

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27.1.2023

Questa mattina al Liceo di Nepi con la professoressa Giovanna Montella e la dottoressa Antonella Litta

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4.11.2022

Commemorazione 4 novembre

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25.4.2022

Celebrazioni del 25 aprile a Nepi: rinnovato l’impegno contro il fascismo, contro la guerra e per la Pace

Si è svolta a Nepi la celebrazione del 77° anniversario della Liberazione dell’Italia dall’occupazione nazi-fascista.

La giornata ha visto al mattino un’attenta e numerosa partecipazione della cittadinanza alla cerimonia di deposizione di una corona di alloro, presso il monumento ai Caduti, in ricordo e in omaggio a coloro che sacrificarono la loro vita perché l’Italia fosse un Paese libero, democratico e antifascista. Il solenne momento è stato accompagnato dall’inno nazionale e da brani patriottici eseguiti pregevolmente dalla Banda Musicale “E. Gai” di Nepi.

Presenti il Sindaco Franco Vita, le autorità civili e militari e i rappresentanti delle associazioni cittadine. La sezione Anpi, con il suo presidente Giocondo Gregori, ha preso parte alla cerimonia ribadendo l’impegno dell’Associazione in favore della promozione dei valori costituzionali e della pace soprattutto in questo periodo segnato dal tragico conflitto in corso in Europa sul suolo dell’aggredito Stato ucraino.

Nell’ambito dei tre giorni delle celebrazioni per il 25 aprile, nella Sala Nobile del Comune, è stata anche allestita la mostra “Donne decorate di medaglia d’oro al valore militare” realizzata dall’Associazione di Promozione Sociale “Giano Public History” ( https://www.gianophaps.it/)

 tesa a far conoscere il ruolo e il grande apporto  femminile nella Lotta partigiana. La mostra è stata visitata da un numeroso pubblico che ha espresso vivo interesse per l’iniziativa.

Questa stessa mostra sarà a disposizione, dal 26 al 30 aprile p.v., degli studenti e dei docenti del Liceo Scientifico e Linguistico – IIS “Ulderico Midossi” di Nepi.

L’impegno contro il fascismo, contro la guerra e per la Pace della sezione Anpi “Emilio Sugoni”, rinnovato oggi 25 aprile, proseguirà sul territorio nel corso dell’anno con progetti rivolti alle Istituzioni scolastiche e alla cittadinanza in collaborazione con l’amministrazione comunale.

Nota per la stampa a cura del Direttivo della sezione Anpi “Emilio Sugoni”

Nepi, 25 aprile 2022 

Foto in Album ( striscia rossa in alto)

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22.4.2022

25 aprile 2022

Festa di Libertà e di Pace

La sezione A.N.P.I. Emilio Sugoniinvita tutta la Cittadinanza a celebrare

la Giornata della Liberazione dal nazi-fascismo 

25 aprile 1945

Il 25 aprile nel ricordo degli uomini, delle donne e dei ragazzi che presero parte alla lotta partigiana di Liberazione dal nazi-fascismo e sacrificarono la loro vita perché l’Italia fosse un Paese libero, antifascista e autenticamente democratico, rinnoviamo il nostro impegno contro il fascismo, contro la guerra e per la Pace.

Il programma

Nei giorni dal 23 al 25 aprile sarà allestita nella sala Nobile del Comune la mostra documentaria “Le Donne nella Resistenza – Le Donne Medaglia d’oro al Valor Militare” (orario 10.30-12.30 e 16.30-18.30) e successivamente la mostra sarà allestita nei locali del Liceo Scientifico e Linguistico – IIS “Ulderico Midossi” di Nepi.

Lunedì 25 aprile 2022 alle ore 9.30 al Monumento ai Caduti sarà deposta una corona di alloro e seguiranno gli interventi del Sindaco Franco Vita e di Giocondo Gregori presidente della sezione A.N.P.I. di Nepi e il contributo musicale della banda comunale.

 

Una riflessione

Quest’anno la celebrazione del 25 aprile è segnata in maniera ancora più forte dall’impegno per la Pace.

L’impegno contro la guerra e tutte le guerre è infatti l’impegno contro il fascismo e tutte le forme di fascismo perché il fascismo genera discriminazioni, violenze e guerre.

Impegnarsi per la pace significa lottare contro il fascismo perché la partecipazione ad una guerra riduce e porta fino all’annientamento la democrazia e i diritti, soffoca le politiche a sostegno del lavoro, scuola, salute, ambiente, stato sociale. Uccide le persone, inquina l’ambiente, compromette per sempre il futuro, immette violenza anche nei modi di pensare e confrontarsi nel quotidiano. La guerra rende opaca e manipola la verità, fa scorrere soprattutto il sangue degli aggrediti ma anche quello degli aggressori soprattutto però fa scorrere il sangue dei civili e dei più inermi: donne, malati, bambini e vecchi. La guerra impoverisce i poveri e arricchisce i ricchi. Troppe guerre sono in corso nel mondo e ora la guerra è tornata anche in Europa dove la minaccia nucleare va concretizzandosi e potrebbe portare alla distruzione dell’intera umanità. Tacciano dunque subito le armi, si soccorra il popolo Ucraino aggredito, si cerchi, con tutti gli strumenti della diplomazia, del dialogo e della ragionevolezza una tregua immediata perché ci sono solo due modi in cui una guerra può finire o con un deserto pieno di macerie, o con un negoziato di Pace. Questa mediazione deve essere avviata subito perché si ponga fine all’aggressione della Russia e si metta in salvo il popolo ucraino. La Pace deve essere l’unico obiettivo.

Le guerre, e la storia lo insegna, vengono scatenate da politiche di sopraffazione e sfruttamento di persone e risorse (petrolio, gas, uranio, elementi preziosi e rari, aree fertili, acqua) e/o per il controllo geopolitico di aree del mondo ritenute strategiche a fini commerciali e/o di sicurezza nazionale. Viviamo in un mondo globalizzato e interdipendente e la guerra, con le sue tragiche conseguenze anche in termini di perdita di lavoro, migrazioni, fame, malattie, aggravamento della crisi climatica, coinvolge in diversi modi la vita di tutti i popoli e di ciascuno.

E’ la pace che, attraverso anche una nuova organizzazione dell’Onu e di nuovi organismi internazionali, con la responsabilità e la partecipazione di tutti e di ciascuno, deve essere globalizzata ovvero diventare quello che è in realtà ovvero la condizione prima e irrinunciabile per la vita e una vita dignitosa attraverso la piena realizzazione dei diritti umani e l’equo accesso ai beni comuni per tutti.

L’impegno concreto e reale per la Pace è l’impegno ora fondamentale e ce lo ricorda l’articolo 11 della nostra Carta Costituzionale, nata dalla lotta di Resistenza che afferma : “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.

 

Direttivo sezione A.N.P.I. “Emilio Sugoni”

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7.4.2022

Lunedì 11 aprile 2022 alle ore 16 a Roma, nella Sala della Protomoteca del Campidoglio si svolgerà

la prima edizione del “Premio Ferdinando Imposimato”.

Il saluto dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia- Anpi

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Il Comitato provinciale dell’Anpi di Viterbo, rappresentato da Antonella Litta e quello della sezione Anpi “Emilio Sugoni” di Nepi , rappresentata dal presidente Giocondo Gregori, porteranno il saluto di affetto, stima e riconoscenza di tutte le strutture Anpi del viterbese alla famiglia e agli amici di Ferdinando Imposimato, una tra le figure più fulgide ed illustri di magistrato ed uomo delle Istituzioni.

A Nepi, insieme all’architetto Giuseppe Tacconi, fu tra i promotori della nascita della sezione Anpi.

Sempre a Nepi, prese parte a numerose iniziative, promosse per lo studio e la difesa della Costituzione, per la Pace, e per sottolineare l’importanza e l’attualità dell’impegno antifascista quale garanzia per una concreta e piena vita democratica in Italia.

Ferdinando Imposimato anche nell’Alto Lazio sostenne con impegno tenace e in prima persona le lotte per la difesa dell’ambiente e per i diritti, la salute e la dignità delle persone in particolare dei più poveri e dei migranti. In questo periodo gravato dalle indicibili sofferenze della guerra in atto in Europa guardiamo all’esempio di persone come Ferdinando Imposimato, che hanno amato e servito profondamente la nostra Costituzione, perché in ossequio all’articolo 11, che fa dell’Italia un paese che ripudia la guerra, si esplorino tutte le vie del dialogo e della diplomazia con un  cessate il fuoco immediato per una soluzione pacifica di questo conflitto che potrebbe preludere ad una guerra mondiale e nucleare dalle conseguenze devastanti  per l’umanità  tutta e il pianeta.  

 

Direttivo sezione Anpi “Emilio Sugoni”

Nepi,   7 aprile 2022

 

Di seguito il comunicato che annuncia l’evento.

 

Prima edizione del ‘Premio Ferdinando Imposimato’, intitolato al grande magistrato, che ha dedicato tanti anni della sua vita all’impegno sociale, civile, politico, per affermare i valori della legalità e della giustizia sociale.  Un uomo di grande coerenza, correttezza, lungimiranza: un esempio per tutti. 

Un magistrato che ha sempre lottato in prima fila dalla parte degli ultimi e dei meno tutelati, per la realizzazione di una autentica giustizia sociale, per l’affermazione del fondamentale valore della ‘memoria’ – troppo spesso poco tramandata alle generazioni future – e in difesa dell’altrettanto basilare ricerca della ‘verità storica’, oggi spesso trascurata, se non ‘oscurata’.

 “Bisogna conoscere il passato per comprendere il presente e prevedere il futuro”, era solito dire Imposimato, rammentando le parole del grande storico ateniese Tucidide. 

L’evento commemorativo si terrà a Roma, nella Sala della Protomoteca del Campidoglio,

 il giorno lunedì 11 aprile (in cui Ferdinando Imposimato avrebbe compiuto il suo ottantaseiesimo compleanno), a partire dalle ore 16, su prenotazione ed a numero limitato per via della pandemia.

La finalità principale vuole essere quella di ringraziare quanti si siano quotidianamente impegnati nella condivisione e pratica degli ideali della libertà e della giustizia, nel segno della solidarietà. Nell’occasione, il Premio intitolato a Ferdinando Imposimato verrà consegnato a quanti si siano distinti per affermare i diritti nel campo istituzionale, civile, sociale, comunicativo, artistico, sportivo.

L’evento è promosso dall’Associazione ‘Non solo Chiara’, dal ‘Comitato per la legalità e l’anticorruzione’ e dall’‘Associazione Giuriste Italiane’.

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Il 5 aprile di sei anni fa moriva Giuseppe Tacconi,  primo presidente della sezione Anpi “Emilio Sugoni”di Nepi, architetto e docente universitario, un antifascista, un uomo buono, generoso, intelligente, un vero costruttore di Pace.

Giuseppe

 

Nella sua vita fin da giovane si è sempre battuto per la difesa della democrazia, dei diritti inviolabili di tutte le persone, dei più poveri e degli oppressi.

Giuseppe soleva ripeterci continuamente: ” Leggete e  rileggete sempre  le Lettere dei condannati a morte della Resistenza; è a loro che dobbiamo la nostra Costituzione da amare e difendere sempre, quella Costituzione  che riconosce i diritti fondamentali per tutti gli esseri umani, che accoglie le persone migranti in fuga da  violenze e fame, che ogni guerra  ripudia e invoca sempre la Pace”.

In giorni come questi attanagliati dalla sofferenza fisica e dall’incertezza sociale ed economica determinata dalle conseguenze della pandemia da Covid-19 e dall’atrocità di tutte le guerre e in particolare di quella che si sta consumando in Ucraina, sentiamo con maggior dolore la perdita di persone come Giuseppe Tacconi che hanno speso tutta la vita per rendere davvero concreto il nostro Dettato costituzionale e oggi in particolare il diritto a vivere in condizioni di Pace.

Siamo grati a Giuseppe per la sua vita, per il suo insegnamento che cercheremo di seguire ed onorare e che indichiamo ad esempio a tutti i cittadini e in particolare ai giovani.

Direttivo sezione Anpi “Emilio Sugoni”

Nepi, 5 aprile 2022

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26.1.2022

sezione A.N.P.I. (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) “Emilio Sugoni” di Nepi 27 gennaio Giorno della Memoria

Continua e si rinnova l’impegno antifascista anche in tempo di pandemia In questi ultimi due anni, gravati dalla dura esperienza della pandemia da Covid-1,9 che ha rivelato tutta la fragilità e precarietà sanitaria, economica e sociale anche del nostro paese, è necessario che la Celebrazione del Giorno della Memoria sia occasione di una più profonda ed articolata riflessione. Una riflessione sulla necessità urgente di riconoscere che esiste una sola umanità e che ogni discriminazione tra le persone che hanno diversa provenienza, credo religioso, cultura, orientamento politico e sessuale, diverse disponibilità economiche, deve essere sempre respinta e contrastata se si vuole celebrare nel concreto e degnamente il Giorno della Memoria. È l’indifferenza, il tacito lasciapassare che continua ad uccidere e che ha permesso e permette guerre, violenze, soprusi, sfruttamento delle persone e delle risorse del pianeta. È l’indifferenza che ha permesso le atrocità inumane di cui si fa memoria il 27 gennaio di ogni anno ricordando l’abisso più profondo ed oscuro della storia recente, raggiunto dal cuore e dalla mente umana.

Per questo la legge 211/2000 ha istituito il 27 gennaio – data della liberazione dei sopravvissuti dal campo di sterminio di Auschwitz – Giorno della Memoria, perché non si dimentichi lo sterminio del popolo ebraico, la deportazione politica e militare, le leggi razziali fasciste, i peggiori crimini commessi da nazisti e fascisti nella seconda guerra mondiale, e perché si ricordino anche quanti ebbero il coraggio di opporsi alle persecuzioni, alla barbarie, allo sterminio degli innocenti,tutti! Perché siano ricordati a perenne memoria quanti non rimasero indifferenti ma scelsero di stare dalla parte del bene, dalla parte della dignità e della libertà, per tutte le persone. Persone che scelsero di essere di parte e divennero quindi partigiani di fatto. Richiamare il testo e lo spirito legge 211/2000 è quindi una necessità vitale e un dovere storico e morale. Non c’è memoria senza rispetto della storia e la storia ribadisce in primo luogo la tragica unicità della Shoah, dello sterminio razziale, della macchina di morte che fu essere messa in atto non solo per volontà di Hitler e dei suoi criminali collaboratori, ma anche perché schiere innumerevoli di obbedienti e indifferenti esecutori di ordini schedarono gli ebrei, li catturarono e manovrarono i convogli verso i lager.

Altri preferirono girare la testa, non vedere e lasciar fare. Il Giorno della Memoria ci impone di ricordare anche tutte le vittime della persecuzione politica e razziale, gli oppositori antifascisti, i partigiani deportati e assassinati, i civili razziati e ridotti in schiavitù, gli zingari e gli omosessuali portati alla morte, i bambini, gli handicappati. Ricordiamo anche i militari italiani assassinati (massacro di Cefalonia) o fatti prigionieri e costretti nei lager ai lavori forzati per aver rifiutato l’adesione alla Repubblica di Salò e la collaborazione con i nazisti. Il Giorno della Memoria ci deve far riflettere poi sulla storia dell’Italia di quegli anni e sulle troppe rimozioni che tentano di cancellare dalla memoria collettiva la responsabilità di governi e istituzioni. La monarchia e il regime fascista, con leggi razziali del 1938, volute dal dittatore Mussolini, di fatto privarono di ogni diritto gli ebrei e favorirono la loro discriminazione e la successiva deportazione nei campi di sterminio in piena ed efficace collaborazione con i nazisti. Sono responsabilità che non riguardarono solo la Germania nazista, ma anche l’Italia fascista. Sono responsabilità che ancora vengono negate e con le quali una parte di italiani si rifiuta fare i conti e ancora non condanna in maniera forte e chiara.

È anche questo l’humus che permette. nel nostro paese, a vari gruppi e associazioni, di continuare a professare aberranti idee e comportamenti che si richiamano e inneggiano al nazifascismo. È tempo, dunque, che questi gruppi ed associazioni siano sciolti definitivamente, per onorare nel concreto la nostra Costituzione e Il Giorno della Memoria. Oggi le nuove deportazioni, i nuovi genocidi che si consumano sotto i nostri occhi, spesso in una indifferenza sempre più diffusa e complice. sono razzismo, ingiustizia, diritti umani negati, popoli interi annientati dalle guerre nascoste e dalla fame, dal mancato accesso alle cure e i migranti respinti e che muoiono in mare o nei lager, sovvenzionati con i soldi dell’EuropaCelebrare realmente Il Giorno della Memoria significa quindi impegno per la giustizia, la pace, il disarmo nucleare, il rispetto dei Diritti umani per tutti gli esseri umani, la salvaguardia della salute e dell’ambiente. È questo oggi il rinnovato impegno antifascista nel Giorno della Memoria.

Sezione Anpi “Emilio Sugoni” Nepi, 26 gennaio 2022

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18.12.2021

Carissimi Soci,
martedì 14 dicembre 2021 alle ore 17,30 a Nepi presso la Sala Consigliare del Comune si è riunito il Congresso Sezionale con la partecipazione del Sindaco di Nepi Dott. Franco Vita e del Presidente A.N.P.I. Provinciale Avv. Dott. Enrico Mezzetti.
Il nostro Presidente Giocondo Gregori ha illustrato ai convenuti il Documento Nazionale sottolineando l’applicabilità delle tesi congressuali alla nostra realtà locale.
Al termine il Congresso ha approvato all’unanimità Il Documento.
L’ assemblea ha provveduto, tramite votazione, al rinnovo del Consiglio Direttivo che sarà composto da nove Soci, sette dei quali sono stati eletti dal Congresso Sezionale e due saranno nominati successivamente in base alle necessità della Sezione e alla disponibilità dei Soci.
Gli eletti sono stati:

1) Giocondo Gregori ( Presidente Sezionale);
2) Antonio Domenico Pelizza (Tesoriere),
3) Bruno Rosati (Segretario);
4) Antonella Litta (Consigliere);
5) Diego Polani (Consigliere);
6) Salvatore Di Russo (Consigliere);
7) Gaio Veneziano (Consigliere).

Sono stati altresì designati, tramite votazione, i quattro Delegati al Congresso Provinciale che sono:

1) Giocondo Gregori (Presidente Delegazione);
2) Salvatore Di Russo (Segretario);
3) Antonio Domenico Pelizza (Responsabile Amministrativo);
4) Diego Polani (Delegato).

I Soci Bruno Adolini e Gaio Veneziano sono stati eletti Delegati supplenti in caso di impedimento dei titolari.

I lavori congressuali, dopo il saluto del Presidente Provinciale, si sono chiusi alle ore …

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18.11.2021

Congresso A.N.P.I. Sezione di Nepi

Congresso Nepi

In vista del congresso provinciale e del  successivo congresso nazionale dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia-Anpi, si svolgerà a Nepi, il 14 dicembre alle ore 17,30, il congresso  della sezione “Emilio Sugoni” nella sala Consiliare del comune.

TusciaWeb

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16.10.2021

La sezione Anpi (Associazione nazionale partigiana d’Italia) “Emilio Sugoni” di Nepi , ad un anno dalla sua morte, ricorda con affetto e gratitudine  Silvio Sgamuffa

Lo scorso anno il 16 ottobre moriva  Silvio Sgamuffa.

Silvio  Sgamuffa era  stato presidente  della nostra sezione Anpi. 

Di Silvio ricordiamo la sua generosità, il suo sempre mettersi  a disposizione, la grande passione, che fin da  giovane lo aveva accompagnato, per la buona politica,per la giustizia e per cercare di realizzare un mondo migliore.

Già presidente del Centro anziani di Nepi, è stato anche tra i fondatori del Comitato Nepi per la Pace.

Nella giornata di oggi che in tutta Italia richiama al valore e al dovere costituzionale dell’Antifascismo come premessa di ogni sana e civile democrazia e convivenza, esprimiamo  ancora  una volta la nostra vicinanza a tutta la sua famiglia, lo ricordiamo con affetto e gratitudine e lo indichiamo ad esempio per tutti e soprattutto per i più giovani.

Direttivo della sezione Anpi “Emilio Sugoni”

Nepi,16 ottobre 2021

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25.04.2021

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Festa di Libertà e di Pace

La sezione A.N.P.I. (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia)

Emilio Sugoni

invita tutta la Cittadinanza a celebrare la

Giornata  della Liberazione

dal nazi-fascismo

25 aprile 1945

Per ricordare e commemorare la Liberazione dell’Italia dall’occupazione

 nazi-fascista e la fine della seconda guerra mondiale.

Per rinnovare e rendere sempre più forte ed attuale l’impegno antifascista, contro ogni discriminazione e razzismo e per la difesa e la piena attuazione della Costituzione.

Per una nuova e necessaria rinascita dell’Italia e del mondo intero alla luce dei valori della Costituzione antifascista nata dalla lotta di Resistenza

*

In questo ultimo anno gravato dalla dolorosa esperienza della pandemia da Covid-19 che sta rivelando tutta  la fragilità  e precarietà  sanitaria, economica e sociale del nostro paese e mondiale, è necessario che la Celebrazione del 25 aprile sia occasione di una profonda ed articolata  riflessione su quanto non è stato ancora attuato della nostra Carta Costituzionale.

In particolare per ciò che attiene a:

  • il diritto alla salute, reso sempre più precario da politiche sconsiderate di riduzione degli investimenti per le strutture e il personale sanitario, politiche spesso tese a favorire il settore privatistico di assistenza a scapito del servizio sanitario nazionale;
  • il diritto all’istruzione, anche questo settore oggetto da decenni di tagli indiscriminati e politiche di riduzione dei contenuti culturali e formativi;
  • il rispetto della dignità umana, messo a repentaglio anche da leggi e provvedimenti relativi al mondo del lavoro che di fatto non hanno combattuto anzi hanno favorito precarietà e lavoro nero con tutte le drammatiche conseguenze a cui stiamo assistendo anche in questo periodo di pandemia,e con le stolte e discriminatorie politiche nei confronti delle persone costrette a migrare e dei milioni di persone straniere che da anni vivono nel nostro paese  e che contribuiscono anche al benessere economico e  al Pil  in termini di contributi versati ogni anno nelle casse dell’Inps;
  • il diritto a vivere in un ambiente sano e non devastato e depredato, condizione questa necessaria per evitare che insorgano e si diffondano nuove pandemie  dopo questa da Covid 19  che è stata anche il risultato di un profondo sovvertimento degli equilibri degli  ecosistemi;
  • il diritto di vivere in un mondo in Pace, riducendo le spese militari a favore delle necessità di settori strategici per il paese come la scuola, la sanità, l’economia e il sociale.

Dall’esperienza di questa particolare “resistenza” si potranno avere frutti positivi  e duraturi solo se sarà occasione, in Italia e in tutto il mondo, di riforme strutturali in ambito sanitario, ambientale, culturale, sociale ed economico; scelte e riforme democratiche e saldamente antifasciste, antiautoritarie e inclusive, orientate al bene comune, ad una più equa distribuzione delle risorse, al rispetto di ogni persona e popolo e di tutte le specie che vivono sul nostro pianeta.

E tutto ciò come passaggio di testimone nel  ricordo indelebile degli uomini, delle donne e dei  ragazzi che presero parte alla lotta partigiana di Liberazione e sacrificarono la loro vita perché l’Italia fosse un Paese libero, antifascista e autenticamente democratico.

*

DMENICA 25 aprile 2021

ore 10.30 : cerimonia di deposizione di una corona di alloro al monumento ai Caduti e interventi del Sindaco dr. Franco Vita e di Giocondo Gregori presidente della sezioneA.n.p.i di Nepi.

 

 

24.4.2020

25 aprile 2020
Festa di Libertà e di Pace
La sezione A.N.P.I. (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia)
“Emilio Sugoni”
in collaborazione e con il Patrocinio del Comune di Nepi,
celebra la
Giornata della Liberazione
dal nazi-fascismo
25 aprile 1945
Per ricordare e commemorare la Liberazione dell’Italia dall’occupazione
nazi-fascista e la fine della seconda guerra mondiale.
Per rinnovare e rendere sempre più forte ed attuale l’impegno Antifascista, contro ogni discriminazione e razzismo e per la difesa e la piena attuazione della Costituzione.
Per una nuova e necessaria rinascita dell’Italia e del mondo intero alla luce dei valori della Costituzione antifascista nata dalla lotta di Resistenza

*

In questi mesi gravati dalla dolorosa esperienza della pandemia da Covid-19 che sta rivelando tutta la fragilità e precarietà sanitaria, economica e sociale del nostro paese, è necessario che la Celebrazione del 25 aprile sia occasione di una profonda ed articolata riflessione su quanto non è stato ancora attuato della Carta Costituzionale.

In particolare per ciò che attiene a:

– il diritto alla salute, reso sempre più precario da politiche sconsiderate di riduzione degli investimenti per le strutture e il personale sanitario, politiche spesso tese a favorire il settore privatistico di assistenza a scapito del servizio sanitario nazionale;
– il diritto all’istruzione, anche questo settore oggetto di tagli indiscriminati e politiche di riduzione dei contenuti culturali e formativi;
– il rispetto della dignità umana, messo a repentaglio anche da leggi e provvedimenti relativi al mondo del lavoro che di fatto non hanno combattuto anzi hanno favorito precarietà e lavoro nero con tutte le drammatiche conseguenze a cui stiamo assistendo in questi giorni di pandemia, e con le stolte e discriminatorie politiche nei confronti delle persone costrette a migrare e dei milioni di persone straniere che da anni vivono nel nostro paese e che contribuiscono anche al benessere economico e al Pil in termini di contributi versati ogni anno alle casse dell’Inps;
– il diritto a vivere in un ambiente sano e non devastato e depredato, condizione questa che potrebbe correlare, e in fase di studio, anche all’elevata mortalità da infezione da Covid-19, riscontrata nella Pianura padana, un’area che presenta livelli d’inquinamento dell’aria tra i peggiori di Italia e dell’Europa;
– il diritto di vivere in un mondo in Pace, riducendo le spese militari a favore delle necessità di settori strategici per il paese come la scuola, la sanità, l’economia e il sociale.
Dall’esperienza di questi giorni di particolare “resistenza” sapremo uscire migliori solo se sarà occasione, in Italia e in tutto il mondo, di riforme strutturali in ambito sanitario, ambientale, culturale, sociale ed economico; scelte e riforme democratiche e saldamente antifasciste , antiautoritarie e inclusive, orientate al bene comune, ad una più equa distribuzione delle risorse, al rispetto di ogni persona e popolo e di tutte le specie che vivono sul nostro pianeta.
E tutto ciò come passaggio di testimone nel ricordo indelebile degli uomini, delle donne e dei ragazzi che presero parte alla lotta partigiana di Liberazione e sacrificarono la loro vita perché l’Italia fosse un Paese libero, antifascista e autenticamente democratico.
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Sabato 25 aprile 2020

ore 10,45 : intervento di Giocondo Gregori, presidente della sezione Anpi di Nepi
ore 11: diretta della cerimonia di deposizione di una corona di alloro al monumento ai Caduti.
Ore 12: Mariella Procacci della libreria Ponteponente di Roma propone una lettura di brani e poesie.
Ore 14.45 interevento di Antonio Pelizza del Direttivo della sezione.
Ore 15: Esecuzione di “Bella ciao” in contemporanea nazionale.
Ore 19: concerto del chitarrista Giufà Galati

Il programma della giornata potrà essere seguito sulla pagina Facebook della sezione Anpi “ Emilio Sugoni” di Nepi.

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5.4.2020

Il 5 aprile di quattro anni fa moriva  Giuseppe Tacconi,  presidente della sezione Anpi “Emilio Sugoni”di Nepi, architetto e docente universitario, un antifascista, un uomo buono, generoso, intelligente, un vero costruttore di Pace.

Nella sua vita fin da giovane si è sempre  battuto per la difesa della democrazia, dei diritti inviolabili di tutte le persone, dei più poveri e degli oppressi. Giuseppe soleva ripeterci  continuamente: “ Leggete e  rileggete sempre  le Lettere dei condannati a morte della Resistenza; è a loro che dobbiamo la nostra Costituzione da amare e difendere sempre, quella Costituzione   che riconosce i diritti fondamentali per tutti gli esseri umani, che accoglie le persone migranti in fuga da  violenze e fame, che ogni guerra  ripudia e invoca sempre la Pace”.

In giorni come questi attanagliati dalla sofferenza fisica e dall’incertezza sociale ed economica per la pandemia da Covid-19 sentiamo  con maggior dolore la perdita di persone come Giuseppe Tacconi  che hanno speso tutta la vita per rendere davvero concreto il nostro  Dettato costituzionale  e oggi in particolare il diritto alla salute per tutti che passa per il riconoscimento della dignità umana ad ogni persona vivente su questo pianeta.

Siamo grati a Giuseppe per la sua vita, per il suo insegnamento che cercheremo di seguire ed onorare e che indichiamo ad esempio a tutti i  cittadini e in particolare ai giovani.

 Direttivo sezione Anpi “Emilio Sugoni”

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Nepi, 5 aprile 2020

23.5.2019

Si è svolto mercoledì 22  maggio 2019, presso la Sala consiliare del comune di Nepi, un incontro  sui contenuti della Costituzione e il valore dell’Antifascismo anche a livello territoriale, in vista della  prossima consultazione amministrativa.

All’incontro, promosso dalla sezione  Anpi (Associazione nazionale  partigiani d’Italia) “ Emilio Sugoni” di Nepi, hanno preso parte Alessandra Alimelli,  Pier Alfredo Pica, Pietro Soldatelli e Franco Vita, candidati a sindaco delle rispettive liste.

L’incontro è stato introdotto e moderato da Giocondo Gregori, presidente della sezione nepesina dell’Anpi, che ha invitato i  quattro candidati a sindaco ad esprimersi sui contenuti della lettera aperta inviata il 10 maggio 2019  ( in allegato) che auspica, nella formulazione  dei programmi elettorali per la città di Nepi , impegni concreti per la piena attuazione di quanto stabilito dalla Carta Costituzionale.

 Gli interventi dei  quattro candidati a sindaco sono stati  quindi  focalizzati sui contenuti della lettera,  e a fine incontro  tutti i candidati si sono espressi in modo favorevole e concorde, in ossequio alle norme contenute nella Carta Costituzionale, per una sempre più attenta vigilanza antifascista da realizzarsi  anche attraverso la non concessione di spazi pubblici a gruppi, organizzazioni e partiti di ispirazione fascista, nazi-fascista e razzista.

Comunicato stampa a cura del Direttivo della sezioneAnpi “ Emilio Sugoni”

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12.05.2019

Lettera aperta della sezione Anpi (Associazione nazionale  partigiani d’Italia) “ Emilio Sugoni” ai candidati a sindaco, per le prossime elezioni amministrative nel comune di Nepi, affinché si impegnino apertamente, anche nella formulazione dei loro programmi elettorali, per la piena attuazione di quanto stabilito dalla Carta Costituzione.

La Costituzione italiana, frutto della lotta di Resistenza che seppe sconfiggere il nazi-fascismo e ridare dignità e libertà all’Italia, insieme ad nuovo ordinamento democratico è, e deve essere, il punto fondamentale di riferimento per ogni legge, decisione ed intervento delle Istituzioni come di tutti i cittadini, a livello nazionale, regionale, provinciale e locale.

Il giurare sulla Costituzione, del presidente della Repubblica come del sindaco, è quindi segno di fedeltà ed impegno alla sua piena attuazione.

L’Associazione nazionale partigiani d’Italia – Anpi ha il compito di custodire la memoria delle vicende che portarono a scrivere la Costituzione italiana e si impegna nella sua difesa e piena attuazione e pertanto, in occasione delle prossime elezioni amministrative nel comune di Nepi, si chiede ai candidati a sindaco, di adoperarsi perché nel territorio comunale si concretizzino scelte in linea con il Dettato costituzionale che per la peculiarità del territorio nepesino indichiamo come di seguito:

  • Nel rispetto dell’articolo 1 (lavoro):

interventi  e iniziative a sostegno dell’occupazione e di condizioni dignitose di lavoro sul territorio comunale.

  • Nel rispetto dell’articolo 2 (diritti umani):

interventi e iniziative, anche di concerto con le scuole, tese a far crescere il pieno rispetto nei confronti di tutte le persone, con particolare attenzione nei confronti delle persone migranti, degli stranieri, delle persone in difficoltà economica e psichica, delle persone  di diversa religione, di differente orientamento sessuale, di diversa formazione culturale.

  • Nel rispetto dell’articolo 3 ( uguaglianza e pari dignità per tutte le persone): interventi e iniziative, anche di concerto con le scuole, tesi a rimuovere ogni  ostacolo di tipo economico,sociale, ambientale, culturale perché tutti i cittadini siano uguali in diritti e doveri senza alcuna discriminazione di ceto economico, sesso, appartenenza politica, etnica e religiosa e per provenienza.
  • Nel rispetto dell’articolo 9 (tutela del patrimonio artistico, storico culturale e paesaggistico):

interventi ed iniziative tese alla salvaguardia del patrimonio artistico, storico culturale e paesaggistico che contrastino anche la crescente cementificazione dei territori, l’espansione di attività agricole intensive- come ad esempio la monocoltura del nocciolo per il danno oltre  che di tipo paesaggistico anche per l’impatto negativo sulla salute e l’ambiente-, la produzione di energia da pannelli fotovoltaici collocati su terreni agricoli  che vengono sottratti alle coltivazioni ed alterano irreversibilmente il paesaggio, la produzione di energia da biomasse;  favorendo invece la produzione energetica solare ( con installazione ad esempio di pannelli su edifici industriali dismessi) e da minieolico.

  • Nel rispetto dell’articolo 10 ( richiedenti asilo):

iniziative ed interventi rivolti all’accoglienza, al sostegno e alla piena integrazione delle persone richiedenti asilo e al contrasto delle norme discriminatorie contenute nel cosiddetto “Decreto sicurezza” il cui evidente profilo di anticostituzionalità è alla base della sua non applicazione da parte di molti sindaci e per questa stessa ragione è al vaglio della Corte Costituzionale.

  • Nel rispetto dell’articolo 11 ( ripudio della guerra):

iniziative e interventi tesi a far crescere tra la popolazione  e soprattutto tra i giovani, anche di concerto con le scuole,  la cultura della pace, della solidarietà, del rispetto dei diritti umani per tutti gli esseri umani e della nonviolenza; vero antidoto e impegno contro le guerre.

  • Nel rispetto dell’articolo 32 ( diritto alla salute):

iniziative ed interventi tesi alla tutela della salute e prevenzione delle malattie, in particolare attraverso il miglioramento della qualità delle acque ad uso potabile, dell’aria, del cibo anche, nella fattispecie,  con ordinanze di restrizione  e divieto dell’utilizzo di pesticidi – sostanze tossiche e cancerogene-  sul territorio comunale e in particolare in prossimità di aree abitative, scuole, parchi, punti di captazione dell’acqua.

Inoltre, data la particolare conformazione geologica dell’Alto Lazio, anche interventi di tutela della salute con programmi di rilevamento del gas radon (cancerogeno certo di classe 1 secondo la classificazione dell’Agenzia internazionale di ricerca sul cancro-Iarc, la cui esposizione cronica correla con il cancro del polmone) negli edifici pubblici a cominciare dalle scuole e nelle abitazioni private.

  • Nel rispetto dell’articolo 41 ( finalità sociali delle attività economiche):

attraverso ordinanze, interventi ed azioni affinché ogni iniziativa economica sul territorio comunale non si svolga in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, all’ambiente, alla libertà, alla dignità umana,  e perché l’attività economica  pubblica e privata sia sempre indirizzata e coordinata a fini sociali.

La sezione Anpi “ Emilio Sugoni”, poiché l’antifascismo rappresenta un sistema di valori sempre e particolarmente attuali, una speranza concreta di cambiamento e miglioramento delle condizioni di vita,un argine democratico alla deriva di tipo razzista, xenofoba, neofascista, presente nel nostro Paese, chiede ai candidati alla carica di sindaco anche l’impegno, sempre in ossequio alle norme contenute nella Carta Costituzionale, per un’attenta vigilanza antifascista che si realizzi anche attraverso la non concessione di spazi pubblici a gruppi, organizzazioni e partiti di ispirazione fascista, nazi-fascista e razzista.

Direttivo della sezione  Anpi “Emilio Sugoni” di Nepi

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25. 04.2019

Nepi25aprile19

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19.04.2019

25 aprile 2019

Festa di Libertà e di Pace

La sezione A.N.P.I. (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia)

Emilio Sugoni

in collaborazione e con il Patrocinio del Comune di Nepi,

 invita a partecipare alla

Giornata  della Liberazione

dal nazi-fascismo

25 aprile 1945

Per difendere e diffondere i principi di libertà, giustizia e pace che sono fondamento della nostra Costituzione.

Per ricordare e celebrare la Liberazione dell’Italia dall’occupazione  nazi-fascista e la fine della seconda guerra mondiale.

Per ricordare gli uomini, le donne e i ragazzi che presero parte alla lotta partigiana di Liberazione e sacrificarono la loro vita perché l’Italia fosse un Paese libero e autenticamente democratico.

Per rinnovare e rendere sempre più forte ed attuale l’impegno Antifascista, contro ogni discriminazione e razzismo  e per la difesa e la piena attuazione della Costituzione.

Giovedì 25 aprile 2019

ore 11.00: partenza da piazza del Comune del corteo, aperto dal gonfalone comunale, che deporrà una corona d’alloro al monumento ai Caduti.

ore 11.30: in piazza del Comune, esecuzione di brani musicali della Banda musicale di Nepi.

ore 12.00: nella Sala Nobile del Comune, mostra dedicata alla lotta partigiana, proiezione di un documentario sul tema della Resistenza, interventi musicali e reading delle lettere dei condannati a morte della Resistenza.

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27.02.2019

La  sezione Anpi “Emilio Sugoni” di Nepi , anche a seguito di quanto previsto dal protocollo Miur-Anpi, sottoscritto per: “Offrire alle istituzioni scolastiche di ogni genere e grado un sostegno alla formazione storica, dalla documentazione alla ricerca, per lo sviluppo di un modello di cittadinanza attiva”, ha promosso un incontro con gli studenti  del terzo anno delle medie dell’Istituto comprensivo “Aldo Moro”  di  Sutri (Viterbo).

L’incontro verterà sul Giorno della Memoria, istituito con legge  n.211/2000,  il 27 gennaio – giorno della liberazione dei sopravvissuti  dal campo di sterminio di  Auschwitz  nel 1945.

All’incontro, che si svolgerà giovedì 28 febbraio 2019 dalle ore 9.00 alle ore 11, prenderanno parte la dottoressa Grazia Di Veroli, vicepresidente dell’Associazione  ex deportati nei campi di sterminio-Aned (www.deportati.it) ,  la dottoressa Maria Luigia Casieri dirigente scolastico dell’Istituto,Giocondo Gregori presidente della sezione e il musicista Antonio Pelizza del Direttivo della sezione di Nepi.

E’ necessario che la Memoria della Shoah diventi  un insegnamento per il presente perché l’orrore di quanto accaduto non abbia più a ripetersi.

Direttivo sezione Anpi”Emilio Sugoni” di  Nepi

Nepi, 26 febbraio 2019

*

“L’esperienza di cui siamo portatori noi superstiti dei Lager nazisti e’estranea alle nuove generazioni dell’Occidente, e sempre più estranea si va facendo a mano a mano che passano gli anni (…).

Per noi, parlare con i giovani è sempre più difficile. Lo percepiamo come un dovere, ed insieme come un rischio: il rischio di apparire anacronistici,di non essere ascoltati. Dobbiamo essere ascoltati: al di sopra delle nostre esperienze individuali, siamo stati collettivamente testimoni di un evento fondamentale ed inaspettato, fondamentale appunto perché inaspettato, non previsto da nessuno. E’ avvenuto contro ogni previsione; e’ avvenuto in Europa; incredibilmente, e’ avvenuto che un intero popolo civile, appena uscito dalla fervida fioritura culturale di Weimar, seguisse un istrione la cui figura oggi muove al riso; eppure Adolf Hitler e’ stato obbedito ed osannato fino alla catastrofe. E’ avvenuto, quindi può  accadere di nuovo:questo e’ il nocciolo di quanto abbiamo da dire” .                                                                                                                                  Primo Levi

scrittore,deportato e sopravvissuto al campo di sterminio di Auschwitz

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03.02.2019

La  sezione Anpi “Emilio Sugoni” di Nepi , anche a seguito di quanto previsto dal protocollo Miur-Anpi, sottoscritto per: “ Offrire alle istituzioni scolastiche di ogni genere e grado un sostegno alla formazione storica, dalla documentazione alla ricerca, per lo sviluppo di un modello di cittadinanza attiva”, ha promosso un incontro con gli studenti dei licei, linguistico e scientifico,  della sede di Nepi dell’Istituto d’Istruzione superiore-ISS  “Umberto Midossi”.

L’incontro verterà sul Giorno della Memoria, istituito con legge  n.211/2000,  il 27 gennaio – giorno della liberazione dei sopravvissuti  dal campo di sterminio di  Auschwitz  nel 1945.

All’incontro,  che si svolgerà mercoledì 6 febbraio 2019 presso il Palazzetto Comunale di Nepi dalle ore 9.30 alle ore 11. 30, prenderanno parte: Pietro Soldatelli sindaco di Nepi,

S.E. Mons. Romano Rossi vescovo della Diocesi di Civita Castellana, il professor Franco Chericoni  dirigente scolastico dell’IIS “ Umberto Midossi”, Peppe Sini responsabile del “Centro di Ricerca per la Pace e i Diritti Umani” di Viterbo e Giocondo Gregori presidente della sezione.

E’ necessario che la Memoria della Shoah diventi  un insegnamento per il presente perché l’orrore di quanto accaduto non abbia più a ripetersi.

Direttivo sezione Anpi”Emilio Sugoni” di  Nepi

Nepi, 3 febbraio 2019

*

“L’esperienza di cui siamo portatori noi superstiti dei Lager nazisti e’estranea alle nuove generazioni dell’Occidente, e sempre più estranea si va facendo a mano a mano che passano gli anni (…).

Per noi, parlare con i giovani è sempre più difficile. Lo percepiamo come un dovere, ed insieme come un rischio: il rischio di apparire anacronistici,di non essere ascoltati. Dobbiamo essere ascoltati: al di sopra delle nostre esperienze individuali, siamo stati collettivamente testimoni di un evento fondamentale ed inaspettato, fondamentale appunto perché inaspettato, non previsto da nessuno. E’ avvenuto contro ogni previsione; e’ avvenuto in Europa; incredibilmente, e’ avvenuto che un intero popolo civile, appena uscito dalla fervida fioritura culturale di Weimar, seguisse un istrione la cui figura oggi muove al riso; eppure Adolf Hitler e’ stato obbedito ed osannato fino alla catastrofe. E’ avvenuto, quindi può  accadere di nuovo:questo e’ il nocciolo di quanto abbiamo da dire” .                                                                                                                                 Primo Levi

scrittore,deportato e sopravvissuto al campo di sterminio di Auschwitz

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27.01.2019

27 gennaio Giorno della Memoria

La legge 211/2000 ha istituito il 27 gennaio – data della liberazione dei sopravvissuti dal campo di sterminio di  Auschwitz – Giorno della Memoria, perché non si dimentichi  lo sterminio del popolo ebraico, la deportazione politica e militare, le leggi razziali fascisti , i peggiori crimini commessi da nazisti e fascisti nella seconda guerra mondiale, e perché si ricordino  anche quanti ebbero il coraggio di opporsi alle persecuzioni, alla barbarie, allo sterminio degli innocenti.
Richiamare il testo e lo spirito della legge non è una formalità, ma una necessità e un dovere.

Non c’è memoria senza rispetto della storia e la storia ribadisce in primo luogo la tragica unicità della Shoah, dello sterminio razziale, della macchina di morte che ha potuto essere messa in atto non solo per volontà di Hitler e dei suoi criminali collaboratori, ma anche perché schiere innumerevoli di obbedienti esecutori di ordini hanno schedato gli ebrei, li hanno catturati, hanno manovrato i convogli verso i lager mentre altri preferivano girare la testa e non vedere.

Le responsabilità non riguardano solo la Germania nazista, ma anche l’Italia fascista.

Il Giorno della Memoria ci deve far riflettere sulla storia dell’Italia di quegli anni e sulle troppe rimozioni che tentano di cancellare dalla memoria collettiva la responsabilità di governi e istituzioni. La  monarchia  e il regime fascista, con  leggi razziali del 1938  volute dal dittatore Mussolini di fatto privarono di ogni diritto gli ebrei e favorirono la  loro discriminazione e la successiva deportazione nei campi di sterminio in piena ed efficace collaborazione con i nazisti.

Il  Giorno della Memoria ci impone di ricordare tutte le vittime della persecuzione politica e razziale, gli oppositori antifascisti, i partigiani deportati e assassinati, i civili razziati e ridotti in schiavitù, gli zingari e gli omosessuali portati alla morte, i bambini, gli handicappati. 

Ricordiamo anche i militari italiani assassinati (massacro di Cefalonia) o fatti prigionieri e costretti nei lager ai lavori forzati per aver rifiutato l’adesione alla Repubblica di Salò e la collaborazione con i nazisti.

Razzismo, ingiustizia, diritti umani negati, popoli interi annientati dalle guerre nascoste e dalla fame, migranti respinti e che muoiono in mare o nei lager della Libia e della Turchia, sovvenzionati con i soldi dell’Europa,  sono oggi le nuove deportazioni, i nuovi genocidi che si consumano sotto i nostri occhi spesso in una indifferenza sempre più diffusa e complice.

In Italia oggi onorare il Giorno della Memoria è anche la ferma opposizione ai provvedimenti razzisti e discriminatori dell’attuale governo in materia di immigrazione che negano fondamentali diritti della nostra Costituzione e ne fanno carta straccia insieme a quanto previsto nella Dichiarazione universale dei Diritti umani.

Celebrare realmente il Giorno della Memoria significa quindi impegno per la giustizia, la pace, il disarmo nucleare,il rispetto dei Diritti umani per tutti gli esseri umani,la salvaguardia della salute e dell’ambiente.

E’ questo oggi il rinnovato impegno antifascista nel Giorno della Memoria.

A Nepi sarà allestita nella Sala Nobile del Comune, domenica 27 gennaio 2019 dalle ore 9.30 alle 13 una mostra audio-visiva. Sono in programma inoltre iniziative per la celebrazione del Giorno della Memoria, in collaborazione con il liceo linguistico “Umberto Midossi”di Nepi e della scuola media di Nepi e Sutri.

Sezione Anpi “Emilio Sugoni”

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2 gennaio 2019

Il 2 gennaio 2018 moriva Ferdinando Imposimato

La sezione Anpi (Associazione  Nazionale Partigiani d’Italia) “Emilio Sugoni” di Nepi  ricorda, ad un anno dalla sua morte, con affetto, stima e profonda gratitudineFerdinando Imposimato, una tra le figure più fulgide ed illustri di magistrato ed uomo delle Istituzioni.

Nel corso della sua lunga attività di magistrato si  occupò di importanti casi di terrorismo tra i più noti quelli relativi al rapimento e all’uccisione di Aldo Moro, all’attentato a Papa Giovanni Paolo II e all’omicidio del Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura Vittorio Bachelet.

Docente universitario, presidente emerito della Corte di Cassazione fu  deputato e senatore del parlamento della Repubblica.

Per tre legislature fu  anche membro della Commissione Antimafia.

Insignito del titolo “Simbolo di giustizia” da parte dell’Organizzazione delle Nazioni Unite.

Ferdinando Imposimato anche nell’Alto Lazio sostenne  con impegno tenace le lotte per la difesa dell’ambiente e per i diritti e la dignità delle persone in particolare dei più poveri e dei migranti.

A Nepi prese parte a numerose iniziative promosse per lo studio e la difesa della Costituzione e per sottolineare l’importanza e l’attualità dell’impegno antifascista quale garanzia per una concreta e piena vita democratica in Italia.

Vogliamo ricordarlo ancora oggi con gli stessi versi di Shakespeare con i quali egli volle iniziare la sua commemorazione per Paolo Borsellino e Giovanni Falcone: “ …ripudia l’ambizione, ama te stesso come ultima cosa, accarezza quei cuori che ti odiano, l’onestà è più potente della corruzione. Nella tua destra porta la dolce pace per ridurre al silenzio le lingue invidiose. Sii giusto e non temere. Tutti i fini a cui miri siano quelli del tuo Paese, di Dio, della famiglia e della verità: allora se cadrai, cadrai da martire benedetto…”.

La sezione Anpi esprime vicinanza ai familiari e  indica in Ferdinando Imposimato un esempio da seguire a tutti i cittadini e in particolare ai più giovani.

Il Direttivo della sezione Anpi  “Emilio Sugoni” di Nepi,

Nepi, due gennaio 2019

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ESSERE ANTIFASCISTI OGGI IN EUROPA

15 Dicembre 2018

 
 

INTRODUZIONE DI ALDO TORTORELLA, PARTIGIANO

Cari amici,
Il trascorrere del tempo e il mutare delle vicende storiche fatalmente sbiadiscono le memorie del passato, comprese quelle degli eventi che segnarono un’epoca. L’anno che sta per aprirsi sarà l’ottantesimo dall’inizio della seconda guerra mondiale. Le nuove generazioni, comprese quelle ormai più che mature, non sanno, non possono sapere che cosa sia stato quel tempo di fame e di terrore, di rovine e di morte. Molti non sanno neppure chi combatteva da una parte e dall’altra. Non sanno che cosa siano stati in realtà il fascismo e il nazismo che appartengono all’età dei padri, dei nonni o dei bisnonni (dei vegliardi come me). La parola antifascismo viene descritta come un termine antico, sepolto e, in più come una parola puramente negativa perché rappresenterebbe solo un puro essere “contro”, ed essere contro qualcosa che non c’è più. Certo, l’ho detto che nella perdita della memoria storica c’è qualcosa di fatale nel trascorrere del tempo, ma non c’è solo questo. Già pochi anni dopo la fine della guerra iniziava una sistematica campagna di svalutazione della parola stessa: l’antifascismo veniva dichiarato superato e concluso con la fine della guerra mondiale. Dapprima solo in qualche sede accademica, poi per opera di editori e di organi di stampa compiacenti,veniva descritto come fatto puramente occasionale, e poi sezionato e diviso tra quello buono e quello cattivo, tra quello democratico e quello antidemocratico e infine indicato come pura maschera dei non democratici. Ci si riferiva in tal modo ai diversi regimi nati dopo la seconda guerra mondiale nelle varie parti dell’Europa. 
Ma questo modo di giudicare l’antifascismo faceva violenza al buon senso, alla storia e alla ragione. Tutto quello che è successo in Europa nella seconda metà del secolo è figlio di una guerra non dichiarata e per fortuna combattuta senza bombe ma non senza vittime e non senza dure conseguenze da una parte e dall’altra. 
Noi non possiamo sapere quel che sarebbe stato il mondo, dagli Stati Uniti alla Russia, se dopo la guerra combattuta e vinta insieme non fosse stata aperta la guerra fredda, se il fronte antifascista mondiale si fosse mantenuto saldo dopo la vittoria, se fosse durata la collaborazione tra tutte le nazioni vincitrici, se la parte uscita dalla guerra più forte per il possesso atomico, con il proprio territorio intatto e un potenziale produttivo immenso e accresciuto, e cioè gli USA, avesse esercitato la sua funzione secondo l’orientamento di Roosevelt volto alla collaborazione e alla reciproca influenza culturale e politica tra mentalità e opinioni diverse. Ma Roosevelt era morto ed era iniziata negli Stati Uniti la sorda polemica contro la sua politica estera e interna, una polemica durata cinquant’anni, diventata sempre più esplicita e conclusa alla fine del ‘900 con il definitivo smantellamento di tutti i limiti da lui posti all’arbitrio della grande finanza. 
Ma se non possiamo sapere quel che non è avvenuto, sappiamo bene che cosa è stato l’antifascismo nel suo sorgere, nel suo svilupparsi, nelle sue vittorie. Non si è trattato, all’origine, di un moto spontaneo. Il fatto che il fascismo italiano nascesse in violenta opposizione al movimento operaio e sindacale e ai partiti della sinistra attirò il sostegno del grande padronato industriale e agrario e le simpatie di una parte molto rilevante delle forze politiche conservatrici non solo in Italia ma in tutta l’Europa e negli Stati Uniti. Non diversamente accadde al sorgere in Germania del movimento nazionalsocialista sostenuto all’inizio dalle forze economiche dominanti – compresa una parte rilevante della grande borghesia ebraica – e visto inizialmente con favore anche da molta parte dei conservatori europei e della finanza americana. La fine della liberal democrazia, minata dalle divisioni fratricide a sinistra, e l’instaurazione di un ordine coatto senza libertà parve accettabile da vasta parte del popolo in cambio di un’esaltazione nazionalistica e di qualche concessione economica. Regimi e partiti autoritari o apertamente fascisti si diffondevano in Europa. In Italia la rottura tra fascisti e liberal democratici avvenne nel 1926 dopo l’assassinio di Giacomo Matteotti, capo socialista e deputato, ma solo un decennio dopo con la aggressione alla repubblica spagnola dei franchisti, sostenuti in armi da fascisti e nazisti, e con l’aggressione italiana all’Etiopia, l’antifascismo si estese in Europa oltre le forze di sinistra e iniziò a nascere una intesa sempre più larga. 
Ma è falso dire che l’antifascismo così nato rappresentasse soltanto una negazione e significasse solo l’opposizione ai fascismi trionfanti. Certamente, esso contrastava una ideologia regressiva che faceva tornare indietro di secoli la concezione dell’umanità, della nazione, dei rapporti sociali, dello Stato. L’umanità divisa in razze superiori e inferiori, in cima i cosiddetti ariani, inferiori tutte le altre, gli ebrei tutti perversi, tutti da distruggere, insieme agli zingari, agli omosessuali, ai portatori di handicap, agli oppositori politici: un regresso non solo rispetto alla dichiarazione dei diritti dell’uomo della rivoluzione francese ma anche rispetto alla rivoluzione cristiana nata in nome dell’eguaglianza perché tutti figli di Dio. La nazione concepita come comunità chiusa e ostile a tutte le altre, sempre in armi e pronta alla guerra, chiamata a dominare, in Italia in nome dell’impero romano di duemila anni prima, in Germania secondo il mito nibelungico: una regressione in un simbolico grottesco se non fosse stato tragico. I rapporti sociali definiti gerarchicamente tra superiori e inferiori, tra superiorità maschile e dipendenza femminile e definiti nei rapporti di lavoro dal potere padronale esclusivo mascherato dal corporativismo che, soppressi i sindacati autonomi, fingeva eguaglianza di potere tra chi compra la forza lavoro e chi può solo vendere la propria, Lo Stato come ente supremo nelle mani del Capo, (il Duce, il Fuehrer) che governa, essendo eliminata la rappresentanza democraticamente eletta, in rapporto diretto con il popolo chiamato in piazza a rispondere “sì” e ad applaudire, ma in sostanza in rapporto diretto con il grande capitale che ritirerà l’appoggio solo quando il fascismo sarà perdente.
Ma la negazione di queste aberrazioni corrispondeva ad altrettante affermazioni positive. L’antifascismo, diventato eroica Resistenza europea in ogni nazione sottomessa dai nazifascisti, lottava per gli ideali della civiltà umana. Ci battevamo per la eguaglianza nei diritti umani senza distinzioni razziali inventate dall’ignoranza e inesistenti per la scienza, e per l’eguaglianza sostanziale che deve superare gli ostacoli posti dalle diseguaglianze economiche e da ogni altra forma di discriminazione comprese quelle imposte dal predominio maschile autore di una civiltà carica di guerre e di ingiustizie. Volevamo affermare un tempo di pace e di amicizia tra le nazioni e la creazione di più vasti agglomerati tra di esse. Lottavamo per la democrazia rappresentativa in rapporto con quella diretta, aperta allle possibilità di evoluzione della società e degli stati in forme superiori di civiltà. 
L’antifascismo non è stato, dunque, soltanto l’autore della lotta vittoriosa contro il fascismo, ma il creatore di un possibile ordine nuovo nel mondo. Dalla vittoria del fronte antifascista nacque la dichiarazione universale dei diritti dell’uomo di cui si celebra il settantesimo anniversario (e ci fu una donna, Eleanor Roosevelt, a battersi prima di tutti), la Organizzazione delle Nazioni Unite, le Costituzioni democratiche più avanzate, come quella italiana, combattute dalla finanza internazionale e dalla destra e, in Italia, da un centro sinistra immemore delle sue stesse origini e della sua possibile missione. Il sogno e la speranza di una Europa unita e federata fu propria di tante forze dell’antifascismo europeo e non fu un bene che di queste speranze si sia realizzata solo una piccola parte essenzialmente sul terreno monetario. Ma anche quel poco di unione europea che si realizzò è meglio delle disunioni che hanno portato a due guerre mondiali e che nuovamente vengono minacciate da sovranismi che sono il contrario di un vero amore della propria patria che chiede pace e fratellanza.
È proprio in nome della sua funzione positiva che oggi l’antifascismo è più attuale che mai. La lunga campagna tesa a delegittimarlo sta producendo mostri. Si dice che l’antifascismo è inutile perché quel fascismo del passato non può più tornare. È certo difficile che la storia si ripeta due volte in forma eguale sebbene ne fosse convinto Hegel, e pure Marx ma con la correzione, a proposito di Napoleone III, che la seconda volta la ripetizione è in forma di farsa. Adesso la ripetizione si manifesta in forma lugubre con movimenti apertamente fascisti o nazisti in quasi tutti i paesi europei, movimenti che in alcuni stati hanno conquistato voti e seggi parlamentari e influenzano direttamente i governi locali. Ci sono movimenti che negano lo sterminio degli ebrei, come se fosse una invenzione degli antifascisti. Qui in Italia la ricostituzione del partito fascista è proibita dalla Costituzione ma l’Associazione dei partigiani ha contato più di 2700 siti dichiaratamente fascisti su internet che servono ingrossare le fila dei gruppi e partiti che concretamente agiscono. E anche tra i benpensanti si diffonde il parere che, in fondo, forse il fascismo ha fatto del bene, dimenticando il vero: e cioè che l’Europa era diventata un ammasso di macerie, settanta milioni di morti, miseria endemica, mura di odio da abbattere. In diversi paesi dell’est si vengono rivalutando i capi e i gregari delle divisioni che si posero al servizio dei nazisti nella guerra di aggressione contro la Russia in nome dell’ostilità nazionale all’oppressione sovietica. Ma si dimentica che senza la vittoria a Stalingrado tutta l’Europa sarebbe caduta nelle mani della spaventosa tirannide nazista, compresi quei paesi del nord che esperimentarono il dominio violento dei gauleiter . Si dice che tutti i morti in guerra meritano la stessa considerazione perché tutti si battevano per il loro ideale. La pietà umana deve essere uguale per tutti, ma non il giudizio morale. C’è chi è caduto per affermare la tirannide mentre gli antifascisti nelle galere, nei campi di sterminio, nei fronti di battaglia sono caduti per affermare la libertà di tutti.
La esplicita rinascita fascista non è più solo un fatto estremo, di vecchi nostalgici ma si accompagna ad una cultura – a un’incultura – fascistoide in movimenti non dichiaratamente fascisti che conquistano vasti consensi. Torna il nazionalismo sciovinista, il razzismo, l’attacco alla libertà di stampa, l’insofferenza per l’opposizione, l’attacco ai diritti del lavoro e ai diritti civili, l’insofferenza per la liberazione femminile, l’omofobia. Tutto ciò deriva certo dalla voluta disinformazione sulle tragedie che questo retrivo ciarpame fascista ha creato, ma deriva anche e soprattutto dalle conseguenze di politiche sbagliate condotte da forze democratiche moderate, ora di centro destra ora di centro sinistra, incapaci di intendere i guasti creati in vasti strati popolari e di ceto medio prima dalla crisi economica determinata da un quarto di secolo di neoliberismo e poi dalle politiche di austerità a senso unico. Siamo in un mondo con un pauroso squilibrio nella distribuzione della ricchezza denunciato persino dal Fondo monetario internazionale. Nei paesi sviluppati l’industria che tira maggiormente è quella del lusso mentre l’indigenza o la miseria avanzano. Intere parti delle giovani generazioni hanno lavori precari, mal pagati, senza prospettiva. In più ci sono le conseguenze delle guerre scatenate dall’occidente nel medio e nel vicino oriente oltre alle conseguenze dei cambiamenti climatici determinati dai paesi ricchi. Milioni di profughi in fuga dalle guerre, dalla carestia, dalla fame. Più di tre milioni accolti nei paesi musulmani mentre centinaia di migliaia bussano alla porta dell’Europa.
Da tutto ciò viene la protesta che, nel vuoto di un orientamento democratico che denunciasse le vere cause dei guasti economici e sociali e provvedesse di conseguenza, è stata ed è intercettata dalla destra più retriva. La paura del diverso viene diffusa ad arte per dirottare l’attenzione dai veri responsabili che stanno ai piani alti della finanza ove si decide dei desini del mondo e di ciascun paese. Si lavora da molte parti per diffondere la paura. Gli immigrati vengono chiamati invasori e potenziali terroristi. Ma la lotta al terrorismo si fa certo con servizi di sicurezza efficienti non infiltrati, ma soprattutto con la capacità di chiudere le guerre neocoloniali, di promuovere la pace tra le nazioni e l’amicizia tra le diverse culture. Al contrario in Italia si perseguita Riace il comune meridionale spopolato che aveva integrato gli immigrati facendone una risorsa e il governo produce un cosiddetto decreto sicurezza che cancella la “protezione umanitaria”, chiude di fatto il sistema della Protezione per i richiedenti asilo e i rifugiati (SPAR) gettando migliaia di profughi in strada aumentando il problema dell’illegalità con la creazione di nuova paura. La paura è il concime per la mala pianta delle inculture neofasciste. 
E la paura serve anche per la campagna contro la democrazia rappresentativa e contro i partiti. Per il male della corruzione politica l’accusa non va al singolo politico corrotto e al corruttore che lo corrompe, perché questo metterebbe sotto accusa le potenti accolite dei petrolieri, o dei fabbricanti d’armi o degli agrari o di tutte le altre lobbies che manovrano esplicitamente o implicitamente per i loro affari. L’accusa va a tutti i politici in quanto tali e i partiti in quanto tali e alla democrazia definita imbelle in modo da celare le colpe delle forze economiche dominanti di ciascun paese. Torna il rapporto diretto tra il capo e il popolo come dice Trump nel discorso d’insediamento: io e voi, io vi difenderò, io vi ridarò il lavoro, io e voi popolo faremo di nuovo grande l’America. Lui è se stesso, non il suo partito e tutti i politici sono alla gogna . “Washington fioriva, i politici prosperavano”, dice, mentre il popolo americano soffriva. È la dottrina che portò al duce e al fuhrer. Il capo decide, il popolo esegue, perché il capo è il popolo stesso. In realtà quel capo è un miliardario che serve ad abbassare le tasse ai suoi simili e a rafforzare il loro potere.
Di fronte al rinascere di idee fasciste o fascistoidi l’antifascismo è più necessario che mai, con la sua cultura costruttiva e con la sua denuncia dei veri responsabili dei mali economici e sociali. C’è una grande battaglia culturale da condurre. E c’è una lotta politica da sostenere. Sarà difficilissimo ma è indispensabile riportare all’intesa unitaria tutte le forze democratiche che sentono l’avanzare di un pericolo grave. Non dimentichiamo quello che porta con se l’esasperazione nazionalistica. La guerra è al di la del mare. Ma già tornò in Europa nei Balcani ed ora cova ai confini della Russia. La violenza, di cui si nutre una società fondata sulla reciproca sopraffazione, tracìma e diventa endemica. Tocca agli antifascisti riprendere e sostenere la cultura della pace come bene supremo e partecipare a costruire una Europa democratica, socialmente giusta, culturalmente illuminata. Si levi da questo nostro incontro l’appello perché nelle prossime elezioni il voto vada a chi s’impegna a difendere l’unità europea rinsaldandola e portandola avanti con le opportune riforme, un voto contro chi la vuole sfasciare. Abbiamo, avete molto da fare. Buon lavoro

Estratto del saluto di Manuela D’Avila, candidata per il Partito dei lavoratori a Vice Presidente del Brasile nelle ultime elezioni


Molti mi chiedono preoccupati come sarà il Brasile di Bolsonaro. Ha detto che metterà migliaia di persone in prigione. Ha messo in atto una strategia di abbattimento del nemico (non dell’avversario) con tutti mezzi. Sarà un governo autoritario e violento pieno di interessi economici. Sono contenta di essere qui oggi con l’ANPI e gli antifascisti europei. Dobbiamo essere uniti per poter resistere.

Estratto dell’appello finale

1) Invitiamo a sostenere nelle prossime elezioni europee le forze che si contrappongono senza ambiguità alle formazioni sovraniste, razziste e fasciste. 2) Ci impegniamo a dar vita a una rete permamente di associazioni e organizzazioni antifasciste 3) Daremo vita ad un prossimo appuntamento comune per i primi mesi del 2019

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12 dicembre 2018

Ieri  9 dicembre 2018 è venuta a mancare  la nostra iscritta Lucia Tacconi.

Lucia Tacconi, sorella di Giuseppe nostro amato e compianto presidente, e mamma della nostra iscritta Susanna Burdese è stata tra i fondatori della sezione Anpi di Nepi. 

Donna di grande sensibilità, discreta e gentile è sempre stata partecipe delle tante iniziative intraprese per far conoscere i valori della Costituzione, dell’antifascismo e della solidarietà.

La sezione Anpi (Associazione  Nazionale Partigiani d’Italia) “Emilio Sugoni” di Nepi  la ricorda  con grande  affetto e  stima e  si unisce al dolore del marito Roberto, dei figli e dei familiari tutti.

Il Direttivo della sezione Anpi  “Emilio Sugoni”

Nepi, 10 dicembre 2018

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24 agosto 2018

VIDEO : Luciana Romoli ricorda Giovanna Marturano e la Resistenza a Roma

Roma, 22 febbraio 2017, Archivio Centrale dell’UDI – Da una donna della Resistenza come insegnare l’antifascismo – Presentazione del libro “GIOVANNA MARTURANO, antifascista, partigiana, femminista”.

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20 agosto 2018

Il 22 agosto 2013 moriva a 101 anni Giovanna Marturano.

Nella sua lunga vita c’è tutta la storia d’Italia: le guerre, il fascismo, la marcia su Roma, le leggi razziali e le persecuzioni, il carcere per i fratelli e la madre al confino  di Ventotene, dove Giovanna ha sposato Pietro Grifone. Hanno avuto due figli, tre nipoti e due pronipoti.

Giovanna ha preso parte alla Resistenza romana dando vita ai “Gruppi di Iniziativa Femminile” che unirono le donne militanti dei partiti democratici e le antifasciste di ogni ceto. Ha ricevuto la medaglia di bronzo al valore militare per la guerra di Liberazione e dal Presidente della Repubblica è stata nominata “Cavaliere di Gran Croce”. Le onorificenze non hanno mutato il suo carattere, diceva: “Accetto le onorificenze come un riconoscimento a tutte le donne che hanno preso parte alla Resistenza, senza la loro partecipazione alla lotta partigiana il Movimento di Liberazione non avrebbe avuto l’ampio consenso che ha portato alla conquista della Costituzione Repubblicana”.

Non ha mai cessato di battersi per gli ideali della sinistra: Libertà, Giustizia, Uguaglianza e Solidarietà.

Negli ultimi venti anni ho vissuto con Lei l’esaltante esperienza di portare la nostra “Testimonianza” nelle Scuole di ogni ordine e grado, incontrando in tutta l’Italia, specialmente nella sua Sardegna, ragazze e giovani  che la chiamavano “Nonna Piccola” perché, nonostante la sua bassa statura, era energica e trascinatrice, così da far prendere coscienza alle nuove generazioni, combattendo l’indifferenza e superando l’avversione alla politica.

Ha ricevuto centinaia di lettere, alle quali ha sempre risposto, da studentesse, studenti, insegnanti, dirigenti scolastici e genitori; ogni anno veniva richiamata perché era molto convincente e commovente. L’esempio di “Nonna Piccola” è una preziosa eredità per chi l’ha conosciuta.

Ha lasciato detto: “Alla mia età non posso fare grandi cose, ma continuerò a lottare, perché la vita é lotta e io la voglio vivere fino alla fine, partecipando insieme agli altri e non come spettatrice in attesa della morte. Per me ogni giorno che passa è un prezioso regalo che non voglio sprecare perché la Vita è bella a qualunque età, finché si ha qualcosa da conquistare e si contribuisce a migliorare le condizioni dell’Umanità”.

L’ultimo pensiero, il giorno prima della sua scomparsa, è stato di tornare alla Scuola Media San Benedetto di Centocelle, dove era attesa.

Chi vuol conoscere meglio la vita di Giovanna Marturano guardi il film documentario “La Bimba dal pugno chiuso” e legga il suo libro “Memorie di una famiglia comune”.

Luciana Romoli, da staffetta Luce

ESTRATTO con intervista

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8 Giugno 2018

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 Anpi – Nepi “Si metta subito fine al governo Lega-Movimento 5 Stelle e al suo programma anticostituzionale, discriminatorio  e razzista”

Sezione Anpi ( Associazione nazionale partigiani d’Italia) “ Emilio Sugoni” di Nepi

 “Si metta subito fine al governo Lega-Movimento 5 Stelle e al suo programma anticostituzionale, discriminatorio  e razzista”

 

In questi giorni dopo l’insediamento del governo sostenuto dalla Lega e dal Movimento 5 Stelle abbiamo avuto modo di ripensare e rileggere alla luce della nostra Costituzione anche le parole di don Lorenzo Milani, una delle personalità più limpide e coerenti della nonviolenza e figura di  primo riferimento per l’intero mondo della scuola italiana e della nostra democrazia.

Egli affermava: “ Se voi avete però diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri, allora io vi dirò che, nel vostro senso, io non ho patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati ed oppressi da un lato, privilegiati ed oppressori dall’altro. Gli uni son la mia patria, gli altri i miei stranieri.”

 E cosi noi in risposta a chi dice prima gli italiani degli stranieri che poi diventerà, come già accade, prima gli italiani ricchi e poi gli italiani poveri e così continuando fino ad un crescendo di discriminazioni e sofferenza  per le classi più povere e aumento dei  privilegi per quelle più ricche.

Il governo, frutto del cosiddetto contratto tra  la Lega e  il Movimento 5 Stelle presenta  evidenti tratti di incostituzionalità  in quanto sovverte i  valori fondamentali e antifascisti  che hanno dato vita alla nostra  Carta Costituzionale.

Si ripropongono di fatto, e a 80 anni dalla promulgazioni in Italia delle odiose leggi razziali  fasciste, che videro gli ebrei come  prime vittime designate,  norme di discriminazione  tra le persone  straniere che vivono in Italia, spesso da decenni,  in spregio anche a quanto affermato nell’Articolo 10  che disciplina la condizione giuridica degli stranieri che giungono in Italia.

La sezione Anpi di Nepi chiede che si costituisca al più  presto un fronte comune,  a partire dalle Istituzioni, dalla società civile, dagli organi di informazione,  che porti quanto prima alla fine di questo governo che si propone di agire contrariamente ai valori di uguaglianza, dignità, solidarietà, democrazia e pace  su cui  si fonda la Repubblica Italiana nata dalla lotta di Resistenza.

Il Direttivo della sezione Anpi “Emilio Sugoni” di Nepi

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26 aprile 2018

Celebrazioni del 25 aprile 2018 a Nepi :  rinnovare l’impegno antifascista per la pace, la difesa e la piena attuazione della Costituzione e l’ opposizione ad ogni  forma di discriminazione e razzismo 

 

La  sezione Anpi (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) “Emilio Sugoni” di Nepi, con il patrocinio  del Comune di Nepi, ha  celebrato il 25 Aprile 1945  all’insegna di un rinnovato e sempre più forte impegno antifascista a garanzia dei valori della Pace, della democrazia e della giustizia, contro il razzismo e ogni forma di discriminazione.

Nelle giornate di lunedì 23 aprile e martedì 24 aprile, nella Sala nobile  del municipio, è stata allestita una mostra fotografica che ha ripercorso le varie vicende storiche che portarono il fascismo al potere in Italia con l’istaurarsi della dittatura, la  vergognosa promulgazione delle leggi razziali nel 1938, l’entrata in guerra a fianco della Germania nazista nel 1939 e la lotta partigiana che contribuì in maniera  decisiva alla liberazione dell’Italia dal nazifascismo e al suo riscatto morale, premessa  fondamentale per il nuovo e futuro assetto democratico del nostro paese.

Sempre nelle  giornate del 23 e 24  aprile sono stati proiettati documentari storici sul ruolo delle donne nella Resistenza e su  specifici episodi della lotta partigiana nel Nord Italia.

Le due giornate hanno ricevuto anche  l’emozionante contributo della cantante  Elena D’Elia che ha eseguito brani musicali della tradizione popolare di lotta e opposizione al fascismo e lo stesso contributo  emozionante è venuto dalla lettura di poesie e delle lettere dei condannati a morte della Resistenza.  

Mercoledì 25 aprile, al mattino un corteo, aperto dal gonfalone comunale e dalla banda musicale, ha attraversato le strade della città e deposto una corona d’alloro al monumento ai Caduti, in ricordo delle vite di milioni di esseri umani spezzate dalla violenza di tutte le guerre, dalla brutale disumanità del nazifascismo, e in memoria di chi non rimase indifferente ma scelse di opporsi al nazifascismo con dignità e coraggio anche a prezzo della propria vita.

All’omaggio istituzionale, hanno fatto seguito i discorsi di Pietro Soldatelli sindaco di Nepi e di  Giocondo Gregori, presidente  della sezione Anpi di Nepi.

Nei due interventi sottolineata più volte la necessità di una piena attuazione dei valori della Carta Costituzionale e come oggi l’Antifascismo debba essere declinato come impegno prima di tutto per la pace in ogni parte del mondo e come opposizione nonviolenta ad ogni forma di autoritarismo, discriminazione, povertà, sfruttamento e  intimidazione.

L’antifascismo oggi deve essere anche lotta contro il razzismo e la xenofobia, l’omofobia, il femminicidio, per l’affermazione di una cultura umana del rispetto di ogni essere umano e per una accoglienza ed assistenza dignitosa, in ossequio all’articolo 10 della Costituzione italiana, dei migranti che fuggono da guerre, violenze, povertà e fame.

Sottolineata anche la necessità di una sempre più intensa collaborazione con le scuole di ogni ordine e grado per iniziative di approfondimento dello studio della  storia e degli articoli della Costituzione  così da far crescere sempre di più tra i giovani  una coscienza consapevole e  autenticamente democratica e antifascista.

Il corteo si è poi spostato in via Emilio Sugoni, dove è stato ricordato  ed omaggiato l’impegno del partigiano nepesino che prese parte alla Resistenza e a cui è intitolata la strada e la nostra sezione.

Formalizzato anche l’impegno dell’Amministrazione di apporre a breve una lapide commemorativa in ricordo della vita esemplare del partigiano e cittadino Emilio Sugoni.

Il Direttivo della sezione Anpi esprime il proprio ringraziamento all’Amministrazione comunale, agli iscritti, alle associazioni, alla banda musicale nepesina, alle istituzioni e ai tanti cittadini che si sono impegnati per l’ottima riuscita delle celebrazioni del 25 aprile 2018.

 

Il Direttivo della sezione Anpi “Emilio Sugoni” di Nepi

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22 Aprile 2018

 25 aprile 2018
Festa di Libertà e di Pace
La sezione A.N.P.I. (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia)
Emilio Sugoni”
in collaborazione e con il Patrocinio del Comune di Nepi, invita a partecipare alla Giornata della Liberazione dal nazi-fascismo 25 aprile 1945
Per difendere e diffondere i principi di libertà, giustizia e pace che sono fondamento della nostra Costituzione.
Per ricordare e celebrare la Liberazione dell’Italia dall’occupazione nazi-fascista e la fine della seconda guerra mondiale.
Per ricordare gli uomini, le donne e i ragazzi che presero parte alla lotta partigiana di Liberazione e sacrificarono la loro vita perché l’Italia fosse un Paese libero e
autenticamente democratico.
Per rinnovare e rendere sempre più forte ed attuale l’impegno Antifascista, contro ogni discriminazione e razzismo e per la difesa e la piena attuazione della Costituzione.
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Programma delle iniziative a Nepi
Lunedì 23 aprile 2018- Sala Nobile
ore 18.30 “Donne e Resistenza”- proiezione del film “ Libere” di Rossella
Schillaci, a seguire letture e poesie sul tema con l’intervento di Elena D’Elia,
cantante musico-terapeuta.
Martedì 24 aprile 2018- Sala Nobile
Ore 18.30 “La storia quella vera” proiezione del docu-film “Bisagno” La
resistenza di Aldo Castaldi” di Marco Gandolfo ( 2015), a seguire letture, poesie
e musica.
 
Mercoledì 25 aprile 2018
ore 10.30: partenza da piazza del Comune del corteo, aperto dal gonfalone
comunale, che deporrà una corona d’alloro al monumento ai Caduti.
ore 11:in piazza del Comune, esecuzione di brani musicali della Banda musicale
di Nepi.
ore 11.30 : nella Sala Nobile del Comune, mostra dedicata alla lotta partigiana,
proiezione di un documentario sul tema della Resistenza, interventi musicali e
reading delle lettere dei condannati a morte della Resistenza.
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24 aprile 2018 a Ronciglione
Ore 21 “Drug Gojko” presso il teatro “Ettore Petrolini”,
spettacolo teatrale con Pietro Benedetti, tratto dai racconti di Nello Marignoni,
partigiano viterbese combattente in Jugoslavia
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6 Aprile 2018

PER GIUSEPPE TACCONI, NEL SECONDO ANNIVERSARIO DELLA SCOMPARSA

Sono due anni che ci ha lasciato il nostro compagno Giuseppe Tacconi.
Antifascista fino all’ultimo respiro, mite costruttore di pace, generoso nel recare aiuto a chiunque di aiuto avesse bisogno.
Sempre si oppose ad ogni violenza.
Sempre si oppose ad ogni menzogna.
Non disse mai la parola disonesta.
Sempre lotto’ contro tutte le ingiustizie.
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Fu architetto, costrui’ e insegno’ la bellezza, il bene, la verita’.
Amo’ il mondo, la vita, gli esseri viventi, le persone tutte di cui sapeva vedere luminosa l’intima scintilla.
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Tutta la vita lotto’ perche’ umana divenisse l’umanita’.
Tutta la vita lotto’ perche’ nessun venisse piu’ oppresso, sfruttato, umiliato, ferito, abbandonato, ucciso.
Tutta la vita lotto’ perche’ ogni bene fosse fra tutti condiviso.
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Si rallegri chi legge queste parole che un uomo cosi’ sia vissuto; e decida di voler essere – come Giuseppe essere volle – l’umanita’ come dovrebbe essere.
Ne prosegua la lotta nonviolenta per la liberazione comune dell’umanita’ intera.
Ne prosegua la lotta nonviolenta in difesa di quest’unico mondo vivente casa comune dell’umanita’.
Finche’ siano abolite tutte le guerre e tutte le uccisioni.
Finche’ siano abolite tutte le oppressioni e le violenze.
Fnche’ da ogni persona sia donato a tutte le altre secondo le proprie capacita’; finche’ ad ogni persona da tutte le altre sia donato secondo i suoi bisogni.
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A due anni dalla scomparsa e’ ancora vivo e ancora lotta insieme a noi il nostro compagno Giuseppe Tacconi.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi.

Il “Centro di ricerca per la pace e i diritti umani” di Viterbo

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Viterbo, 5 aprile 2018

Mittente: “Centro di ricerca per la pace e i diritti umani” di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt@gmail.com (segnaliamo che il Centro cura dal 2000 la pubblicazione del notiziario telematico quotidiano “La nonviolenza e’ in cammino” cui e’ possibile abbonarsi gratuitamente attraverso il sito www.peacelink.it)

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ALLEGATO. ALCUNE PAROLE PER GIUSEPPE TACCONI (2016)
[Ricostruite a memoria alcuni giorni dopo, quelle che seguono sono alcune delle cose dette parlando a braccio nel corso della commemorazione funebre di Giuseppe Tacconi il 6 aprile 2016 a Nepi. Nel secondo anniversario della scomparsa di Giuseppe le mettiamo nuovamente a disposizione delle persone amiche che quel giorno non poterono prender parte all’ultimo saluto, cosi’ ricordando una volta ancora la figura e il magistero di quel valoroso, di quel generoso.
Giuseppe Tacconi (15 agosto 1937 – 5 aprile 2016), antifascista, architetto, docente universitario, fondatore del Comitato “Nepi per la pace”, presidente della sezione di Nepi dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia, e’ stato un autentico costruttore di pace, una persona sapiente e saggia, un uomo buono e giusto, uno straordinario compagno di lotte in difesa della Costituzione, della pace, dei diritti umani e dei popoli, dell’ambiente e della civilta’]

Nel rendere questo estremo saluto al nostro indimenticabile amico, maestro e compagno Giuseppe Tacconi, vorrei dire innanzitutto la gratitudine che sentiamo per lui: per la sua persona, per il suo impegno, per la luminosa testimonianza che ci ha donato e per il prezioso lascito morale e civile che ci resta.
La gratitudine che con parole nitide e ferme, commosse e lapidarie, ha gia’ espresso l’illustre magistrato Ferdinando Imposimato nel messaggio di condoglianze che ha inviato alla sezione di Nepi dell’Anpi di cui Giuseppe era presidente.
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La prima caratteristica di Giuseppe – che immediatamente colpiva chi lo incontrava – era la generosita’, e con la generosita’ la gentilezza. Vi sono persone che sanno essere generose ma non gentili, e vi sono persone gentili ma non generose. Giuseppe era generoso e gentile.
La sua dolcezza e la sua mitezza ti rasserenavano, cosi’ come il suo garbo squisito e la sua sorgiva empatia ti accoglievano in un mondo finalmente vivibile di umanita’ palpitante, di spontanea cortesia, di universale fraternita’ sentita e meditata ed agita col cuore e con la ragione, nella coincidenza dell’humanitas – come intima persuasione e cifra del proprio concreto e coerente modo di essere nel mondo – e dell’impegno politico di rispetto e promozione della dignita’ umana di tutti gli esseri umani, e quindi di liberazione dell’umanita’ intera.
E questa qualita’, questa virtu’, permeava tutta la sua persona, emergeva in tutto il suo sentire ed agire – nella sfera dei sentimenti, della morale, dell’impegno civile.
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Aveva la chiarezza e il rigore dell’illuminista: quel rigore intellettuale, quell’amore per il sapere che concorre a degnificare l’umanita’, il sapere che ha come fine il bene comune. Ed alla capacita’ di apprezzamento e al saldo possesso della cultura univa un riserbo, un understatement, una finezza, tali che mai si consentiva di fare vacua esibizione delle sue preziose conoscenze, ma sempre le metteva a disposizione delle altre persone col tratto di chi quasi si scusa di sapere tante cose e di esse fa dono agli altri con la leggerezza di una restituzione, di una condivisione sentita essenziale. E proprio per questo era cosi’ sdegnato con la ciarlataneria, con l’ipocrisia, con la menzogna che offende gli esseri umani in cio’ che hanno di piu’ proprio: l’intelligenza, la capacita’ di comprendere. Sentiva essere missione del dotto recare la chiarezza e l’armonia ove regna il caos, proporre la spiegazione razionale che scioglie i grovigli, seguire la regola buona che salva le vite. Ad ogni barbarie e sopruso opporsi sempre. La norma morale e il cielo stellato. Cosi’ sentiva, cosi’ faceva.
E questa chiarezza e dolcezza, questo elegante nitore, questo stile del sentimento e del pensiero, si estendeva alla sua persona tutta, alla sua voce, ai suoi gesti, al suo stesso vestire ed incedere di uomo gentile, di gentiluomo, di forte e fedele compagno di lotte nonviolente, di scrupoloso, acuto e fraterno militante del movimento delle oppresse e degli oppressi in lotta per la liberazione dell’umanita’.
La passione morale e civile dell’antifascista aveva in Giuseppe per suo abito la benevolenza e la serieta’. L’amore per la giustizia si univa in lui alla comprensione per chi soffre e per chi erra; sempre orientato alla solidarieta’ e alla misericordia era il suo parlare e il suo agire, la misericordia che sempre si oppone all’astratta imposizione e al potere violento, in difesa della concreta esistenza della persona oppressa il cui muto volto sofferente ti convoca alla responsabilita’, al riconoscimento, all’aiuto. L’antifascismo in quanto antibarbarie era da lui originariamente e profondamente sentito e pensato, e si faceva quindi viva nonviolenza: poiche’ in verita’ vi e’ coincidenza perfetta tra antifascismo e nonviolenza: rispetto per la vita, forza della verita’, la verita’ che riconosce l’altrui sofferenza e l’altrui dignita’ e quindi tutte le vite si propone di salvare, tutte le esistenze si propone di liberare dall’iniquo dolore, da ogni sopraffazione.
Ma di lui ricordiamo anche l’estro armonico e il rigore creativo dell’artista: sentiva la bellezza del bene, e la bonta’ della bellezza, lungo quella linea di pensiero che dalla kalokagathia dei filosofi greci giunge fino all’aforisma di Dostoevskij secondo cui la bellezza salvera’ il mondo.
Cosi’ nelle arti figurative, nell’architettura, nell’urbanistica, nel paesaggio naturale e in quello storico e sociale sapeva cogliere ed estrarre la forma dalla materia; sapeva riconoscere e introdurre la bellezza nel mondo. E questa sua techne, questa sua arte, era una cosa sola col suo impegno morale e civile, era maieutica ed educazione, creazione di un linguaggio comune, politica degna.
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La memoria e l’attualita’ della Resistenza illuminavano tutto il suo agire. Una viva, tenace memoria degli anni di guerra e del dopoguerra, uno studio assiduo e profondo della storia e della societa’, una costante militanza nel movimento operaio per realizzare la democrazia in un mondo ancora ingiusto e diviso in classi, un’ispirazione e un’aspirazione al bene comune coltivate – e poste all’ascolto e alla scuola e al vaglio – nel ricordo e nel lascito dei martiri antifascisti. E la convinzione che la Resistenza continua nella lotta che ogni giorno e’ da condurre contro ogni menzogna e contro ogni violenza.
La Resistenza per Giuseppe non era un oggetto raro da conservare in una teca, ma persuasione e dovere e passione vissuti nella lotta diuturna contro tutte le concrezioni di male, solidarieta’ con ogni persona di aiuto bisognosa. Pensiero e azione, passato e presente. Poiche’ la memoria senza impegno nel presente rischia di essere solo erudizione antiquaria, museale, e l’impegno senza memoria rischia di essere cieco ed astratto ed inane.
Chi lo ha conosciuto sa con quanta passione Giuseppe esortava all’impegno per difendere ed applicare la Costituzione della Repubblica Italiana, la Costituzione nata dalla Resistenza, la Costituzione scritta col sangue dei martiri della Resistenza. Leggere la Costituzione, e insieme ad essa leggere le ultime lettere dei martiri della Resistenza: amava ripetere Giuseppe quell’insegnamento di Calamandrei; e trarre da queste buone letture ispirazione all’agire, nell’agire queste buone letture inverare. Difendere la Costituzione significava per lui difendere e proseguire la Resistenza, ovvero la lotta dell’umanita’ contro il crimine e la barbarie. Ed a maggior ragione insisteva nella necessita’ di questo impegno negli ultimi anni, in questi anni di amnesie e di deliri in cui la nostra Costituzione, presidio delle nostre comuni liberta’, e’ da piu’ parti aggredita con scellerata e insensata furia.
Giuseppe e’ stato uno dei fondatori del benemerito comitato “Nepi per la pace”, e per la pace ha operato con strenuo impegno, cosciente del fatto che la guerra e’ nemica dell’umanita’ poiche’ essa sempre e solo consiste dell’uccisione degli esseri umani; e che quindi il primo dovere di ogni essere umano e’ salvare le vite, e’ difendere la vita, la dignita’ e i diritti di tutti gli esseri umani; e quindi che occorre opporsi alle guerre e a tutte le uccisioni, al razzismo e a tutte le persecuzioni, al maschilismo e a tutte le oppressioni, in difesa di ogni persona e del mondo vivente tutto che e’ casa comune dell’umanita’ intera.
E poiche’ non vi e’ pace senza giustizia sociale, senza rispetto per la vita, la dignita’ e i diritti di ogni singolo essere umano, Giuseppe era altresi’ pienamente impegnato per i diritti umani di tutti gli esseri umani, ed innanzitutto nella solidarieta’ con i migranti, contro il razzismo, contro ogni persecuzione e discriminazione, per salvare le vite di tutti gli esseri umani costretti – dalla fame e dalla guerra, dalle dittature e dai disastri ambientali, dalla violenza colonialista e mafiosa e schiavista – ad abbandonare le loro case, i loro paesi, i loro affetti, cercando altrove un luogo in cui vivere. Ogni essere umano bisognoso di aiuto ha diritto ad essere soccorso, accolto, assistito. Sono cose che oggi tra coloro che hanno voce pubblica, tra i cosiddetti “grandi” della Terra, quasi solo papa Bergoglio sa dire. Queste cose Giuseppe sapeva, pensava, diceva con franca parola, agiva nel suo incessante impegno di pace e di solidarieta’.
Ed ugualmente e per le stesse ragioni era appassionatamente impegnato nella difesa dell’ambiente, della biosfera casa comune dell’umanita’ e valore intrinseco, luogo della vita e della bellezza; e parte della natura essendo gli stessi esseri umani, in una relazione tra umanita’ e natura che deve essere insieme di rispetto, di valorizzazione e di cura. Sapeva perfettamente Giuseppe quali debbano essere le condizioni per l’adeguato insediamento umano nell’habitat, e sapeva quali debbano essere le regole che fanno la civitas, cosa debba essere la citta’, e con essa la civilta’. Giacche’ il civile convivere e condursi, il dovere della solidarieta’, l’impegno comune per la liberazione dell’umanita’, devono estrinsecarsi altresi’ nella pianificazione urbanistica e territoriale, nella difesa degli ecosistemi e della biosfera, nel “chiudere il cerchio” tra economia ed ecologia.
E nella difesa della civilta’ era ugualmente strenuamente impegnato. La democrazia progressiva che nella Costituzione repubblicana trova il suo punto di riferimento e di avvio, la cognizione dell’unita’ del genere umano e la coscienza del dovere di riconoscere a tutti gli esseri umani tutti i diritti umani, la liberazione dell’umanita’ che deve attuarsi nel riconoscimento delle diversita’ e nell’eguaglianza di diritti, nel salvare e tramandare tutte le grandi tradizioni culturali e storiche liberatrici, nell’unire senza omologare – ebbene, tutti questi valori, tutte queste esigenze, si congiungono nell’impegno in difesa della civilta’ umana.
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E vorrei ora ricordare, in guisa di mia personale testimonianza, una esperienza con Giuseppe condivisa: la lotta in difesa del Bulicame, in cui si univano le ragioni della natura e della cultura, del passato e del futuro, del civile convivere che si oppone al saccheggio e al disastro; quella lotta che ha salvato per Viterbo e per l’umanita’ il prezioso bene naturalistico, archeologico e termale del Bulicame di dantesca memoria; di quella lotta vittoriosa Giuseppe fu protagonista fin dall’inizio; e ricordo ancora come Giuseppe ricordava la riunione in cui letteralmente a lume di candela nel centro sociale occupato autogestito di Viterbo fondammo il comitato che il Bulicame salvo’; gli sembrava, a lui illuminista, che quel contesto rievocasse l’agire dei primi cristiani portatori di un messaggio di salvezza nel declino e nel crollo dell’impero romano schiavista. Ed erano con noi quella sera anche Alfio Pannega che ci ha lasciato nel 2010, Gianni Fiorentini che ci ha lasciato poco dopo, Mario Onofri che ci ha lasciato anche lui: i vecchi compagni che ci hanno lasciato ma che non dimentichiamo, che rechiamo vivi ed invitti nei nostri cuori…
E tra i miei ricordi piu’ grati ho anche quello di quando con Giuseppe e con Antonella condivisi la ventura di essere querelato per pretesa diffamazione dal capo di un movimento neofascista perche’ mentre un vile silenzio consentiva agli epigoni dell’ordine ariano dei Lager di marciare a Viterbo, noi fummo di quelli che quell’infamia denunciammo con ferme parole, alla scuola e nel ricordo delle vittime del nazifascismo. Di quella nostra iniziativa, e di come essa si sviluppo’ in una ancora piu’ documentata azione di denuncia dei crimini dei neofascisti, serbo un ricordo vivido e felice. Poiche’ la magistratura ci diede ragione, e gli inconfutabili materiali documentari che allora raccogliemmo e diffondemmo divennero strumento di conoscenza e coscientizzazione per tante altre persone, e quindi mal gliene incolse al protervo neofascista: almeno quella volta i neofascisti non passarono; almeno quella volta prevalse la verita’; almeno quella volta vinse la dignita’ umana e l’autentica legalita’ della repubblica democratica ed antifascista.
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Parlando di Giuseppe a un amico che non lo ha conosciuto dicevo ieri – usando un termine che ha la sua origine nel latino cristiano medievale – che era “un vecchio compagno”; compagno essendo nell’etimo la persona che condivide il suo pane con gli altri; si’, ci chiamiamo tra noi “vecchi compagni”, ed e’ una formula che indica certo un dato anagrafico, ma indica anche una lunga fedelta’ a un comune ideale, l’ideale della solidarieta’ fra tutti gli esseri umani, della liberazione di tutte le oppresse e tutti gli oppressi, della liberta’, dell’uguaglianza, della fraternita’; “i vecchi compagni”, quelli che condividono il pane. Il nostro compagno Giuseppe.
E questa bandiera rossa, che ora copre la bara di Giuseppe, simbolo secolare delle sofferenze e della lotta delle oppresse e degli oppressi per realizzare liberta’, uguaglianza e fraternita’, e’ la stessa a cui Pasolini si rivolgeva con quella indimenticabile invocazione: “Per chi conosce solo il tuo colore, bandiera rossa / tu devi realmente esistere perche’ lui esista… tu che gia’ vanti tante glorie borghesi e operaie / ridiventa straccio e il piu’ povero ti sventoli”.
E che questa rossa bandiera sia qui in questo luogo non confligge affatto con l’originario, autentico messaggio di solidarieta’ e di nonviolenza di Gesu’ di Nazareth di cui qui si fa incessante memoria. Come e’ scritto nell’Apocalisse di Giovanni, “Idu’ e’ skene’ tu’ theu’ meta’ ton anthropon”, “la tenda di Dio – la tenda del bene – e’ qui in mezzo agli esseri umani”, il bene e’ tra noi e con noi, nel nostro accampamento, il bene e’ da realizzare qui: siamo una sola umanita’ in un unico mondo vivente casa comune dell’umanita’ intera ed e’ nostro primo dovere fare il bene, come Giuseppe ha saputo e voluto fare.
Tanto bene, tanto amore Giuseppe ha donato, tanto ne ha ricevuto, tanto ne ha suscitato: come non ricordare Silvana, la sposa amatissima che venne meno pochi anni fa lasciandolo in un lutto immedicabile? Ma tante persone a lui care sono oggi qui: tante persone con cui ha avuto una relazione affettiva significativa e significativi rapporti di collaborazione nell’impresa comune del bene dell’umanita’; e’ qui la figlia diletta, sono qui i parenti, e gli amici gia’ vecchi e i piu’ giovani ancora; e’ qui Antonella che piu’ che un medico e un’amica e una compagna di lotte e’ stata quasi un’altra figlia per lui; e tutte le compagne e tutti i compagni del Comitato Nepi per la Pace che lui aveva contribuito a fondare, e dell’Anpi di cui e’ stato autorevole ed infaticabile presidente. Ed e’ qui il sindaco, anche a rappresentare questa antica citta’ di Nepi in cui Giuseppe scelse di vivere, alla quale ha donato il suo impegno di cittadino e che ha reso vieppiu’ illustre con la sua presenza ed azione di intellettuale, di artista, di operatore di pace. Ed anche e’ qui la famiglia della signora Stratica, che e’ la famiglia con cui Giuseppe ha vissuto negli ultimi anni in un rapporto di cura reciproca, di affetto profondo, un dono grande di cui tutti noi amici e compagni di Giuseppe, cosi’ come i suoi parenti, siamo grati alla signora Stratica, a suo marito, alla loro famiglia che e’ divenuta in questi anni la famiglia di Giuseppe, e quindi in un certo senso anche la nostra.
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Giuseppe ha saputo nell’arco della sua vita essere esempio dell’umanita’ come dovrebbe essere – con il suo male di vivere, ma anche con la sua svettante dignita’; nel dolore e nei conflitti, ma anche nella meraviglia e nella gioia. Di lui ci resta una testimonianza luminosa.
Ed un legato ci resta: continuare la lotta contro ogni menzogna e contro ogni oppressione, continuare l’impegno per la liberazione dell’umanita’, continuare in cio’ che e’ vero, che e’ buono, che e’ giusto.
Tutti gli esseri umani sono fratelli e sorelle, eguali in diritti e doveri.
Vi e’ una sola umanita’, e tutti gli esseri umani ne fanno parte.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto e’ il primo dovere.
Un partigiano e’ morto.
Grazie al suo esempio cento altri ne nasceranno.

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