ARGOMENTI NOTAZIONI DEL PRESIDENTE NAZIONALE ANPI CARLO SMURAGLIA:
► La giornata del tesseramento (12 febbraio): perché stare con l’ANPI Si concluderà domenica prossima, il periodo della campagna annuale del tesseramento, con una “giornata” in cui, in tantissime città, si svolgeranno manifestazioni conclusive di vario tipo e fantasia e in tre città, con carattere nazionale, su tematiche di rilievo (a Reggio Emilia, sulla partecipazione; a Macerata, sul terremoto e sulle attività di prevenzione e riparazione degli effetti; a Napoli sulla corruzione e la rigenerazione della politica, rispettivamente con l’intervento di Smuraglia, Maderloni e Guerzoni). Verrà distribuito, nel corso delle moltissime iniziative, diverso materiale sull’ANPI, su ciò che è e fa l’Associazione, sulle sue “battaglie” e sui suoi impegni. Ma vale la pena di dire qualcosa di più, in questa sede, tenendo conto anche delle indicazioni e dei programmi che sono emersi dalla riunione del Comitato nazionale del 1° febbraio (una lunga, approfondita discussione nella quale sono intervenuti praticamente tutti i Presidenti provinciali, dopo un’ampia relazione del Presidente nazionale e si è approvato un intenso programma di iniziative, per l’anno 2017). E’ dal quadro delle iniziative già in corso, e di quelle programmate, che emergono con chiarezza l’identità dell’ANPI, i suoi obiettivi, i suoi valori. Non voglio esagerare, parlando di noi, ma proprio in questi giorni, su un importante quotidiano, è stato scritto che l’ANPI è rimasta praticamente l’unica a portare avanti tutti i valori della Costituzione, in un contesto non brillante della politica e della società. Sarà forse troppo, ma ho colto, in quello scritto, un riferimento importante al fatto che, se ci sono anche associazioni che portano avanti con fervore alcuni valori, l’ANPI li esalta e li applica contemporaneamente tutti, rappresentando quindi la maggior fonte di rinnovamento e di speranza per il nostro Paese. Vediamo, sinteticamente, il programma di iniziative, cominciando da quelle che stanno concludendo attività svolte in questi ultimi anni: a Terni, si è svolto un importante convegno sul “Volontariato partigiano nell’Esercito italiano rinnovato (1943-45)”; nella prestigiosa sala Zuccari del Senato, il 28 febbraio, sarò 4 presentato il volume sulla “Partecipazione del Mezzogiorno alla Resistenza” e, in sostanza, sul carattere “nazionale” della Resistenza (un volume che raccoglie tre anni di ricerche storiche e un Convegno (2015), molto partecipato); il 10 febbraio, in occasione della “Giornata del ricordo”, verrà distribuito, in tutta Italia, il documento sul “Confine orientale” approvato, di recente, dal Comitato nazionale, che raccoglie il lavoro di due anni, di ricerche e di studi e concluso con un “Seminario” a Milano il 16 gennaio 2016; infine si diffonderà, nei prossimi giorni, il documento politico conclusivo del Congresso nazionale di Rimini, nel quale sono contenuti gli indirizzi e la posizione dell’ANPI, per il presente e per il futuro (documento sul quale è prevista un’ampia discussione in tutti gli organismi dell’Associazione, non tanto sul merito delle questioni già definite dal Congresso, quanto sulla loro attuazione). Passando alle iniziative, da realizzare nel corso del 2017, eccone un primo sommario elenco: ・ Un’iniziativa “A 10 anni dalla svolta del 2006”, per riflettere e compiere valutazioni sul cammino percorso dall’ANPI, alla ricerca della “continuità” dopo la decisione di ammettere, nella Associazione, anche gli “antifascisti” che si riconoscono nelle finalità dell’ANPI. Un’iniziativa importante per conoscersi e farsi conoscere e per rendere evidente in che modo si è riusciti ad assicurare il coinvolgimento di varie generazioni, appunto nel contesto della “continuità”; ・ Iniziative sul tema dell’antifascismo, per migliorare e rendere più efficace la nostra azione in un campo complesso e nel quale è diventata fondamentale la “conquista” della maggior parte delle Istituzioni e dei cittadini ad una tematica che non riguarda tanto il passato (la dittatura fascista) quanto il presente e i pericoli per il futuro. L’iniziativa si dispiegherà sia nei confronti delle Istituzioni dello Stato, che in quelle delle autonomie locali, per ottenere una complessiva “entrata in campo” in materia, ma si risolverà anche in una rimeditazione degli strumenti fin qui utilizzati (come i presìdi) per renderli più efficaci e più idonei al coinvolgimento della cittadinanza. Si procederà, tra l’altro, ad una riflessione approfondita sugli strumenti giuridici, sul coordinamento e completamento della legislatura vigente, su ciò che avviene sul web e come contrastarne gli effetti perversi; ・ Un complesso di iniziative per la miglior conoscenza della Costituzione da parte di tutti (e soprattutto dei giovani) e per la sua attuazione, non limitandosi peraltro, ad una formulazione astratta di impegno, ma approfondendo i punti ed i temi di maggior disapplicazione e le modalità e gli strumenti per superare il gap che oggi esiste tra princìpi e direttive della Costituzione e la concreta realtà; in questo contesto, e data la ricorrenza del 70° della Costituente e della approvazione della Costituzione, la “festa” del 25 aprile sarà dedicata alla Costituzione e ai suoi valori; 5 ・ Progetti ed iniziative per incrementare la partecipazione dei cittadini, dopo la gradita sorpresa del 4 dicembre 2016, che ha fatto registrare una notevolissima inversione di tendenza, rispetto ad altre consultazioni elettorali e referendarie, spesso ben poco partecipate. Nella convinzione che proprio la partecipazione è l’elemento essenziale per la rinascita di un Paese “ smarrito”, si adotteranno tutte le iniziative idonee a favorirla, partendo dall’assunto che se non si rigenera la politica, sarà difficile colmare l’attuale distacco tra cittadini, Istituzioni e partiti. Saranno inoltre riconsiderate alcune iniziative, che erano contenute nella legge di riforma del Senato, ma in modo inadeguato, per vedere come portarle avanti nelle sedi competenti (iniziativa legislativa popolare, Statuto delle minoranze, etc.). ・ Attuazione delle iniziative già programmate con il MIUR (“10 citta”, con altrettante scuole, ognuna coinvolta su uno dei princìpi o valori della Costituzione, oltre al concorso nazionale, bandito già da tempo, come negli anni scorsi); ・ Iniziative nei confronti dei giovani (come quelle sperimentate a Caprera, e Ventotene), facendo però, dei giovani che vi partecipano, gli “ambasciatori” nei confronti dei loro coetanei, di ciò che si è discusso ed acquisito; ・ Si sta predisponendo un programma per la “formazione” e la “cultura”, dei dirigenti e degli iscritti, sulla base di corsi già sperimentati anni addietro e che sono da intensificare; ・ Insediamento del “Coordinamento donne”, ricostituito nell’ultimo Comitato nazionale e che presto dovrà eleggere i propri organismi dirigenti e formulare un programma; ・ Promozione di una Assemblea nazionale (o dello stesso Consiglio nazionale) sul tema delle regole, scritte e non scritte, essenziali per la vita democratica dell’Associazione; ・ Infine un piano di ulteriore e più ampia diffusione di “Patria on line”, con maggior partecipazione di tutta l’ANPI, sia per la collaborazione che per la diffusione. Come si vede, un programma intensissimo ed estremamente vario, da cui emerge l’ampia sfera di interessi dell’ANPI, nel contesto irrinunciabile dei suoi obiettivi statutari. Chi conferma la sua iscrizione all’ANPI o si iscrive ex novo, sa che questa è l’ANPI e che queste sono le attività che intendiamo svolgere, oltre a quella – fondamentale e per noi tipica – della memoria attiva, che è il fondamento del nostro stesso modo di essere e dunque della nostra identità. Inutile ribadire che l’altro connotato che ci contraddistingue è quello del pluralismo, ampiamente sperimentato in questo settantennio e messo alla prova specificamente nel 2016, nell’occasione del referendum. 6 A prescindere da qualche modesto contrasto e da qualche diversità di posizioni, i risultati sono quelli che contano: l’ANPI ha resistito alle aggressioni ed alle insinuazioni esterne, così come alle proteste di alcuni dissenzienti, rispettando tutti e chiedendo a tutti anche il rispetto delle regole. Alla fine, il fatto che nel 2016 nessuno, dico nessuno, sia stato sottoposto al giudizio di una Commissione di garanzia, locale o nazionale per ragioni attinenti a manifestazioni di dissenso, parla chiaro. Il dissenso è stato – in genere – vissuto senza particolari problemi e senza nessuna conseguenza disciplinare. Si è dimostrato così, che possono convivere anche idee diverse, nel rispetto – peraltro – delle regole statutarie e delle decisioni adottate dagli organismi competenti. Il fatto che in molte assemblee di questo periodo siano intervenuti alcuni iscritti all’ANPI, dichiaratamente pronunciatisi per il SI, è positivo perché essi hanno parlato serenamente, del presente e del futuro e nessuno ha voluto rivangare questioni ormai superate. Se, dunque, predominano il senso di appartenenza, lo “spirito di corpo” e la volontà unitaria, questo è ciò che occorre perché possiamo, tutti insieme realizzare quel programma che ho sommariamente descritto, nell’interesse dell’ANPI, ma anche del Paese, che certamente ha bisogno di qualche punto fermo anche sul tema dei valori. Naturalmente, c’è anche dell’altro, anche se quanto elencato sembrerebbe – di per sé – più che esaustivo; ma ho parlato solo di ciò che, allo stato, è certo, lasciando da parte – per il momento – ciò che è ancora in discussione e in valutazione di fattibilità. Ciò vale, in particolare, per la proposta di organizzare un grande incontro nazionale, a “Portella della ginestra”, il Primo maggio, così come fu fatto diversi anni fa ( quest’anno è il 70°!). Si è lasciato, poi, da parte il referendum promosso dalla CGIL, solo perché non si sa ancora quando si farà e neppure se si farà (o perché ci saranno le elezioni, oppure perché si troverà una soluzione legislativa compatibile con la volontà dei promotori). Pertanto, il Comitato nazionale si è limitato ad un documento sul lavoro nella Costituzione e nella realtà, riservandosi d tornare sul tema quando vi saranno le certezze che oggi mancano.
► Porzûs e la distensione A Porzûs, luogo di tragici ricordi e di drammatici contrasti, si è creata, quest’anno, una situazione ben diversa e sicuramente positiva. L’associazione partigiani “Osoppo”, in vista della celebrazione del 72° anniversario dell’eccidio, ha rivolto un invito formale all’ANPI per una partecipazione ufficiale alla cerimonia del 5 febbraio, “riaffermando con forza il desiderio che tutte le associazioni partigiane possano unirsi nel ricordo delle vittime dell’eccidio, superando quelle divisioni che non hanno ragione di essere 7 e che rappresentano motivo di profondo dolore per tutti coloro che hanno a cuore la storia della Resistenza”. Il Presidente dell’ANPI di Udine ha dichiarato la piena disponibilità dell’Associazione, precisando che “il giudizio di condanna del tragico eccidio è stato ed è unanime e ribadendo tuttavia, che l’episodio non può assurgere a simbolo dell’intera Resistenza friulana”. Un deprecabile episodio, dunque, che deve essere “contestualizzato” e non utilizzato, come è stato fatto, spesso, da chi specula su vicende come questa, per attaccare e colpire l’intera Resistenza. Un “disgelo” positivo, perché non si risolve in una sorta di “abbraccio” formale, senza motivazioni e spiegazioni, come per “chiudere” o coprire con un velo pietoso una vicenda, ripeto, dolorosa, ma prende atto della sua drammaticità e cerca di collocarla nel tempo, consentendo così che il ricordo e le celebrazioni siano patrimonio di tutti. Tanto più che nell’invito dell’Associazione partigiani Osoppo, per il 5 febbraio era contenuto anche l’impegno a partecipare – con l’ANPI – alla manifestazione del 12 febbraio per ricordare i patrioti uccisi dai fascisti sul muro del cimitero di Udine. Così, la memoria si mantiene, attiva e unitaria, contro ogni speculazione nei confronti della Resistenza, che in tal modo si ricompone nella sua vera veste di fenomeno unitario, pur nelle diversità, che alla fine hanno costituito anche la sua ricchezza fornendo un grande esempio anche per i duri tempi che stiamo attraversando. Insomma, si è cercato di riaffermare il principio che la Resistenza, con luci ed ombre, è stata un fatto di straordinaria importanza, realizzando una unità di sostanza, negli obiettivi dell’antifascismo e della democrazia, anche al di là di vicende drammatiche, produttrici di un dolore che non può, non deve trasformarsi nella coltivazione dell’odio. C’è chi sostiene che l’odio serve per vincere l’oblio e conservare la memoria. Io non concordo su questa tesi, che trovo pericolosa: non bisogna calare “veli pietosi” sulle vicende, anche le più complesse, ma non bisogna neppure consentire che le divisioni e le divergenze si protraggano nel tempo, senza alcun vantaggio né per la verità, né per la giustizia storica.